Controcopertina

La vita di Maria Rosaria Boccia e il suo percorso di insegnamento universitario



Due Università hanno ufficialmente negato il coinvolgimento di Maria Rosaria Boccia come docente, al centro di una controversia legata alle sue dichiarazioni. Scattano le polemiche.



La Federico II ha smentito la notizia riguardo l’incarico accademico di Maria Rosaria Boccia, un’imprenditrice di 41 anni proveniente da Pompei. Boccia è venuta alla ribalta per la sua connessione con l’ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, coinvolto in una vicenda legata alla nomina di Boccia a consigliera ministeriale, un incarico che non si è mai concretizzato. Attraverso un comunicato, visionato da Fanpage.it, l’Ateneo ha dichiarato che «non ci sono tracce ufficiali di un docente o ricercatore registrato come Maria Rosaria Boccia, né alcuna prova di attività di supporto a docenti, né tantomeno contratti di insegnamento registrati secondo quanto previsto dall’articolo 23 della Legge 240/2010».

Anche se Boccia ha pubblicato atti di docenza universitari sui suoi canali social, non è in grado di dimostrare la veridicità di tali affermazioni. In particolare, la donna ha pubblicato un “certificato di docenza” risalente al 18 aprile 2024, relativo a un Master di II Livello in Medicina Estetica, diretto dal professor Francesco D’Andrea. Tuttavia, l’Ateneo aveva già negato questa informazione, affermando che la questione era già stata trattata nei giorni scorsi su canali media come Rete4 e Il Mattino, e successivamente ripresa da testate come La Repubblica e La Verità. Recentemente, anche un’agenzia di stampa come Ansa ha dato notizia di questa situazione.

Contattata per chiarimenti, l’Università Federico II ha confermato a Fanpage.it che l’attestato di Boccia non ha mai avuto formalizzazione ufficiale. Nel dettaglio, il professor D’Andrea ha sottolineato: «Non ci sono prove di un contratto firmato e la documentazione necessaria non è stata presentata all’ufficio preposto». Inoltre, l’università ha avvertito che il Master previsto per il 2024/2025 non è ancora iniziato e non è garantito che si realizzi, e non risultano materie correlate all’insegnamento di Boccia.

D’Andrea, professore di Chirurgia plastica presso la Federico II, ha anche dichiarato in una recente intervista che si assume la responsabilità per una certa leggerezza nel gestire la questione. Secondo quanto spiegato, Boccia si era proposta come docente e lui, dietro suggerimento dell’onorevole Simona Loizzo della Lega, aveva ritenuto opportuno ascoltare la sua richiesta e approvare il suo intervento in un intergruppo parlamentare sulla Medicina estetica, presentato alla Camera a febbraio 2024.

In aggiunta, la donna ha ricevuto un attestato dall’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, che riportava il suo coinvolgimento in un Master in Dietetica applicata agli stili di vita. Tuttavia, l’università ha chiarito che Boccia ha tenuto solo un intervento gratuito, in modalità telematica, sulla tematica di Marketing e Comunicazione, durante le attività del Master.

Recentemente, il profilo LinkedIn di Boccia, in cui dichiarava di essere “docente universitario” nel Master di Medicina Estetica, risulta ora inaccessibile. Questa piattaforma, benché non abbia valore legale, ha sollevato interrogativi, specialmente in relazione a potenziali autocertificazioni su curriculum vitae inviati.

Mentre alcuni incarichi pubblicati su Facebook da Boccia, come collaborazioni con Università Bocconi, La Sapienza e Università di Torino, rimangono visibili, la situazione resta intricata e avvolta da misteri.

Rivendicando la veridicità delle sue affermazioni, Maria Rosaria Boccia ha scritto sui social che intende dimostrare le false dichiarazioni fatte dalle istituzioni. «Non posso tollerare che le università siano soggette alle pressioni di poteri esterni», ha affermato, ponendo interrogativi sulla trasparenza di tali affidamenti: «Perché le università hanno mentito? Chi sta cercando di distruggere la mia reputazione?».

In un altro post, la Boccia ha anche espresso il rifiuto a che si continui a parlare della sua vita personale, affermando: «Non si parla mai della vera ragione che ha dato origine all’intera vicenda». Un’emergenza che solleva interrogativi non solo sulla sua figura, ma anche sull’integrità delle istituzioni coinvolte.



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