Winnie the Pooh, il celebre orsetto creato da Alan Alexander Milne nel 1926, è una figura amata da generazioni di bambini e adulti. Tuttavia, pochi conoscono il retroscena della sua creazione e la vera storia della famiglia dell’autore, che ha ispirato una serie di eventi non sempre felici, come mostrato nel film “Vi presento Christopher Robin” del 2017, diretto da Simon Curtis.
Winnie the Pooh: la fiaba che ha conquistato il mondo
Da quando ha fatto la sua prima apparizione nei libri, il personaggio di Winnie the Pooh e i suoi amici del Bosco dei Cento Acri hanno allietato l’infanzia di milioni di bambini a livello globale. Dallo straordinario successo dei suoi racconti alla trasformazione in programmi televisivi e prodotti di merchandising, Pooh ha saputo catturare i cuori di diverse generazioni. Tuttavia, la storia della famiglia di Alan Alexander Milne è ben più complessa e segnata da un profondo dolore.
Nato a Londra nel 1882, Milne eccelse negli studi di matematica al Trinity College di Cambridge. Il suo ingresso nella Prima Guerra Mondiale nel 1915 lo segnò irrimediabilmente. Dopo un serio infortunio nel 1916, Milne tornò in patria e nel 1919 si congedò, ma le esperienze vissute in guerra lo segnarono per sempre. Nella sua autobiografia, It’s Too Late Now, pubblicata nel 1939, rifletté su quanto la guerra lo avesse afflitto, descrivendo un profondo “degrado psichico e morale”.
Nel 1920, Milne sposò Dorothy Daphne de Sélincour, da cui ebbe un figlio, Christopher Robin, l’anno seguente. La famiglia si trasferì successivamente a Cotchford Farm, una residenza di campagna in East Sussex nel 1925, dove Pooh di fatto nacque. Purtroppo, quel periodo di creatività e gioia segnò anche l’inizio di una spirale discendente per la famiglia Milne.
Il successo di Winnie the Pooh e il dolore della famiglia Milne
La genesi di Winnie the Pooh è frutto di un momento di gioco tra padre e figlio; Milne trasse ispirazione dall’orso di pezza di Christopher, regalo che il bambino ricevette dopo una visita allo zoo di Londra, dove rimase affascinato dalla storia dell’orso Winnipeg. La pubblicazione del primo racconto su London Evening News nel 1925 avviò una carriera letteraria che tutti avrebbero considerato trionfale. Tuttavia, tale successo fu un’arma a doppio taglio per la famiglia.
Nel 1926, la creazione di Winnie the Pooh portò a una notorietà che radicalmente alterò la vita quotidiana di Milne e di Christopher. Nel 1929, vendette i diritti sui personaggi a Stephen Slesinger, i quali furono successivamente ceduti alla Walt Disney nel 1961. Si creò quindi una vera e propria frenesia attorno al personaggio, e Christopher, che desiderava solo vivere la sua infanzia, si trovò a dover gestire un’agenda fitta di impegni e apparizioni pubbliche. Estromesso dalla sua normalità, il piccolo cominciò a avvertire una pesante e solitaria pressione.
- Attenzioni eccessive da parte dei genitori, che preferivano gli eventi sociali al tempo da trascorrere con lui.
- Compagni di scuola che iniziarono a bullizzarlo per il suo legame con Winnie.
- Un crescente malcontento da parte di Christopher nei confronti della figura di Pooh e della vita che lo circondava.
Con il passare degli anni, il crescente disagio di Christopher lo portò a distaccarsi ulteriormente dai genitori. La sua vita adulta fu segnata da ulteriori difficoltà, tra cui il tragico evento della malattia della figlia, alla quale decise di donare i ricavati dei libri del disprezzato orsetto. La scelta rivelò un desiderio di riparare, in un certo senso, il dolore e l’ingiustizia che la sua famiglia aveva profittato nella sua infanzia.
In conclusione, la vera storia di Winnie the Pooh, sebbene affascinante e piena di magia, porta con sé il peso di tragedie familiari. Milne ha creato un simbolo duraturo, ma il costo personale per la sua famiglia è un monito che spesso accompagna il successo: a volte, quello che sembra essere un trionfo può rivelarsi una fonte di solitudine e rancore.
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