Controcopertina

La madre che si è gettata nel vuoto trascinando con sé la figlia di 6 anni ha dichiarato: “Ho pianificato tutto, Wendy non poteva vivere senza di me



Una tragica vicenda ha scosso Ravenna, dove Giulia Lavatura Truninger, una donna di 41 anni, si è gettata dal nono piano del suo edificio, portando con sé la sua figlia di sei anni di nome Wendy. Questo gesto terribile ha svelato una confessione scioccante, che ha rivelato dettagli scioccanti sui motivi dietro il drammatico evento.



Durante l’interrogatorio con il procuratore, Giulia Lavatura Truninger ha rivelato dettagli agghiaccianti. Ha confessato di aver interrotto di recente la terapia farmacologica prescritta per il suo disturbo bipolare. Questa decisione ha avuto conseguenze tragiche, con la piccola Wendy che ha perso la vita nell’incidente, mentre Giulia è sopravvissuta con ferite guaribili.

La sequenza degli eventi è stata ricostruita con precisione: alle 7.15 del mattino, Giulia ha aperto una finestra, camminato sui ponteggi con la sua figlia ancora addormentata tra le braccia e poi si è lanciata nel vuoto. Giulia ha raccontato: “L’unica esitazione l’ho avuta quando mia figlia ha cercato di fermarmi. L’avevo presa in braccio mentre dormiva e poi si è svegliata. Volevo suicidarmi e volevo che lei non rimanesse senza di me. Avevo pianificato tutto giorni prima”.

Nonostante la mancanza di farmaci somministrati alla figlia prima del salto, la procura ha ordinato prelievi di sangue per ulteriori accertamenti. La causa della morte della piccola Wendy è chiara, quindi non sarà necessaria un’autopsia, ma solo un’esame esterno del corpo. Nel frattempo, Giulia è in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto, accusata di omicidio aggravato e uccisione di animale.

Contesto di Salute Mentale e Difesa Legale

Giulia Lavatura Truninger era seguita da circa dieci anni per un disturbo bipolare e aveva recentemente interrotto la sua terapia farmacologica. L’avvocato Massimo Ricci Maccarini ha commentato: “È sbagliato permettere a una persona di scegliere autonomamente di non assumere farmaci fondamentali come quelli prescritti.” La difesa si prepara a sollevare questioni psichiatriche legate al movente del caso, mettendo in discussione la capacità di intendere e di volere della donna.



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