Il mondo del bodybuilding ha subito una perdita incolmabile con la morte prematura di Illia Golem, un nome che ha segnato la palestra e l’allenamento per molti aspiranti culturisti. A soli 36 anni, questo gigante bielorusso, noto per il soprannome di “il culturista più mostruoso al mondo” e “il Mutante,” ha perso la vita a causa di un infarto fatale. Il tragico evento è avvenuto nel comfort di casa sua, ma nonostante l’immediato tentativo di salvataggio da parte della moglie Anna, che ha praticato la rianimazione cardiopolmonare, non è stato possibile salvargli la vita. Secondo quanto riportato, il cuore di Golem ha ceduto dopo anni di intensi allenamenti e sostanze potenzianti, con la sua fine che rappresenta un terribile monito sugli eccessi del settore.
Illia è stato rapidamente trasportato in ospedale con un’ambulanza aerea, ma ogni tentativo di rianimarlo è risultato vano. “Ho pregato incessantemente, sperando di vedere Illia tornare in sé,” ha dichiarato la moglie. “Le vostre condoglianze sono ricevute con grande commozione; sapere che non sono sola e che così tante persone si sono offerte di aiutarmi mi dà conforto in questo momento devastante”.
La dieta insostenibile di Illia Golem: sette pasti, 16500 calorie al giorno
Per raggiungere la sua forma impressionante, Golem ha stressato il proprio corpo in modi estremi. Ogni giorno era una vera e propria sfida, simile a una roulette russa. Oltre a fare uso di steroidi e altre sostanze per aumentare la sua massa muscolare, seguiva un piano alimentare praticamente insostenibile nel lungo termine: il culturista consumava ben sette pasti al giorno, per un totale di 16500 calorie. La sua dieta includeva quantità inquietanti di cibo, come centinaia di pezzi di sushi, oltre a due chili di bistecca e altrettanti di riso, costringendo il suo corpo a un impegno fisico che molti non potrebbero neanche immaginare.
Nonostante un’altezza di soli 1,85 metri, Golem ha raggiunto un peso impressionante di 170 kg, guadagnandosi anche il soprannome di “la bestia”. Sebbene non avesse mai partecipato a competizioni professionali, le sue performance nelle discipline fondamentali del sollevamento pesi erano davvero mostruose, con risultati come sollevamenti di 274 kg in panca piana e stacchi da terra di ben 324 kg, mostrando le incredibili potenzialità del suo corpo.
“La mia trasformazione è il risultato di anni di duro allenamento e disciplina”
Illia Golem era molto attivo sui social media, contando oltre 300mila follower su Instagram e un canale YouTube dove condivideva i suoi progressi e video impressionanti per ispirare gli altri. La sua tragica scomparsa rappresenta l’ennesimo caso di un figura di spicco nel mondo del bodybuilding che ha pagato con la vita per gli eccessi a cui si è sottoposto. Nonostante fosse chiaro che il suo fisico articolato non fosse frutto di un approccio “natural,” Golem cercava comunque di trasmettere messaggi positivi ai suoi fan. “La mia trasformazione è la conseguenza di anni di duro lavoro e disciplina, unita alla comprensione della fisiologia dell’esercizio e della nutrizione. La mia missione è ispirare le persone a sviluppare una forte etica del lavoro, affinché possano superare le loro paure e migliorare non solo se stessi, ma anche le vite di chi li circonda.”
La morte di Illia Golem, dunque, non è solo una triste notizia, ma un importante richiamo all’attenzione sui costi che gli atleti possono affrontare quando spingono il proprio corpo al limite. I suoi seguaci e la comunità del fitness ricorderanno il suo impegno e la sua passione, ma devono anche riflettere sulle conseguenze di uno stile di vita non sostenibile.
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