Controcopertina

Il contenuto del memoriale di Turetta riguardo al suo rapporto con Giulia Cecchettin: narrazione di una prevaricazione quotidiana



Filippo Turetta ha redatto un memoriale di oltre ottanta pagine mentre si trovava in carcere, un lungo documento che raccoglie i suoi pensieri e riflessioni, si dice, secondo i suggerimenti dei suoi legali. Il testo si concentra sul femminicidio di Giulia Cecchettin, indagando le ragioni che lo hanno portato a compiere un gesto così estremo, ma risulta prevalentemente incentrato su esigenze personali piuttosto che su un’analisi approfondita dei fatti e della premeditazione.



Il Riferimento a Giulia Cecchettin nel Memoriale

Un aspetto che emerge con chiarezza nel memoriale è il modo in cui Turetta si riferisce a Giulia. Per tutta la durata del documento, egli la nomina soltanto in terza persona e si esprime utilizzando il pronome “Lei”, mai il suo nome, eccezion fatta per un breve passaggio. Questa scelta linguistica riflette un processo di depersonalizzazione che era già evidente nelle sue dichiarazioni in aula, suggerendo un legame che appare più formale che emotivamente significativo.

Turetta sembra vedere Giulia non come un individuo con una propria identità, ma come un’entità funzionale ai suoi bisogni egoistici, creando un distacco emotivo che probabilmente ha contribuito a giustificare interiormente il suo gesto violento. La sua scrittura, caratterizzata da una grafia tutt’altro che definita, rivela anche un’indecisione e una mancanza di struttturazione identitaria, elementi che riflettono un carattere instabile e insoddisfatto di se stesso.

Un’Analisi della Relazione e dell’Ossessione di Turetta

La narrazione di Turetta sulla propria vita prima dell’incontro con Giulia è scarna e priva di dettagli emotivi significativi. Descrive un’esistenza segnata dalla solitudine e dalla frustrazione, un quadro che cambia radicalmente con il suo approccio verso Giulia. L’unico momento in cui menziona il suo nome evidenzia come la relazione sia diventata un’ancora di salvezza per lui, una fonte di realizzazione personale.

  • Turetta associa la sua felicità all’esistenza di Giulia, come se lei avesse il dovere di soddisfare tutte le sue aspettative.
  • La sua ossessione si manifesta in tentativi di controllare il suo tempo e le sue amicizie, minacciando di distruggere quel legame che percepiva come fragile.
  • Il tema dell’isolamento diventa centrale, tanto da portarlo a una risposta estrema al rifiuto: il femminicidio.

Quando Giulia decide di interrompere la loro relazione, iniziando ad affermare la propria indipendenza, Turetta sviluppa idee sempre più oscure. La sua rete di controllo si stringe, giungendo a pensieri di rapimento, un desiderio delirante di mantenere il possesso su di lei, costringendola così a rimanere parte della sua vita, anche se ciò significava privarla della libertà.

In un crescendo di tensione, Turetta, riflettendo sull’inevitabile perdita, si convince che il femminicidio potrebbe essere l’unico modo per mantenere il legame. Le sue azioni culminano in una tragica espressione di controllo e narcisismo, dimostrando come l’ossessione e il possesso possano degenerare in atti di violenza inaccettabile. Questo memoriale, quindi, si presenta non solo come un atto di arringa personale, ma come una testimonianza inquietante del potere distruttivo di una connessione deteriorata.



Add comment