Controcopertina

Giuliana De Sio: ”Da un decennio nessuno si prende più la briga di contattarmi”



Giuliana De Sio, attrice di spicco della scena cinematografica italiana, si racconta in un’intervista rivelatrice, evidenziando la sua vulnerabilità e il sentimento di isolamento che l’accompagna nella sua vita artistica e personale.

Giuliana De Sio ha rilasciato un’intervista toccante al Corriere, nella quale esplora la sua vita privata e professionale. Tra i temi affrontati, spiccano il desiderio di maternità non realizzato, i due aborti che l’hanno segnata, le sue insicurezze e la sensazione di essere trascurata dal mondo del cinema. “Da dieci anni più niente, nessuna chiamata”, ha affermato, esprimendo il suo disappunto.



Le ferite del passato: aborti e il desiderio di maternità

Nell’intervista, De Sio condivide le esperienze dolorose legate alla sua infanzia e alla sua famiglia. Con una sincerità disarmante, racconta: “La mia famiglia è stata inesistente. Mamma aveva i suoi problemi. Papà se ne è andato subito. Io e mia sorella, Teresa De Sio, non abbiamo avuto alcuna forma di accudimento”. Queste mancanze hanno influenzato il suo desiderio di diventare madre.

Sul tema della genitorialità, l’attrice esprime il suo profondo desiderio di maternità, raccontando i passaggi dolorosi dei due aborti: “Avrei voluto diventare madre con ogni uomo che ho amato. Ho avuto due aborti, al quarto mese e alla fine non è andata così. Osservando le mie amiche, mi ero promessa che, se mai fosse approdato un figlio nella mia vita, non avrei lasciato che questo divorasse la mia libertà e non avrei mai voluto divorare la vita di mio figlio. Credo che sarei stata una brava madre, ma ora, chi lo sa. Alla fine non sono diventata mamma e non mi sono sposata. Sono una donna sola”.

La carriera e la sensazione di abbandono

A proposito della sua carriera, Giuliana De Sio interroga il panorama del cinema contemporaneo, sottolineando la sua sensazione di marginalità. “Ho ricevuto numerosi premi per le mie interpretazioni, ma ora, dopo dieci anni, più nessuna telefonata. È una situazione bizzarra, come se non sapessero più cosa farmi fare. Mi rimane una lacrima dentro per il cinema che mi ha un po’ abbandonata”. Nonostante questo, mantiene viva la speranza di lavorare a fianco di registi talentuosi e di partecipare a nuovi progetti: “Aspetto un illuminato che mi chiami”.



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