L’unica consolazione è che te ne sei andata facendo ciò che amavi, hanno ricordato amici e familiari di Giulia Manfrini, trentaseienne piemontese morta colpita da un pesce spada mentre faceva surf in Indonesia. Giulia ha iniziato a surfare a quindici anni, dopo aver vinto premi con la tavola da snowboard.
Questa passione l’ha portata a viaggiare continuamente. Recentemente aveva scelto il Portogallo come base per allenarsi sulle onde più alte d’Europa, ma trascorreva anche molto tempo nel sud-est asiatico, dove ha lavorato come istruttrice di surf a Bali. Qualche anno fa, aveva raccontato di amare la natura selvaggia del Nord Sumatra e di come le piaceva sedersi con pochi amici, ascoltando solo i suoni e aspettando il momento perfetto per surfare.
Giulia ha cercato di trasformare la sua passione in lavoro aprendo due agenzie specializzate in viaggi sportivi sulla neve e al mare. Venerdì si trovava nelle acque di Bengbeng, sull’isola di Masokut, quando un pesce spada l’ha colpita mortalmente.
Inaspettatamente, un pesce spada è saltato verso di lei e l’ha colpita al petto, ha spiegato il capo dei servizi di emergenza locale. Alcuni amici l’hanno soccorsa e l’hanno portata a riva, ma i primi soccorsi e il trasporto al Pei Pei Community Health Center sono stati inutili. Giulia è morta per una ferita profonda circa cinque centimetri nella parte superiore sinistra del torace.
La salma, dopo il trasporto via mare a Padang, sarà riportata in Italia a Venaria. Il sindaco della cittadina torinese ha dichiarato che tutta la comunità esprime le sue condoglianze alla famiglia. La notizia della sua morte ha scioccato tutti e ci si sente impotenti di fronte a una tragedia che ha stroncato la sua vita così prematuramente.
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