Giacomo Gobbato, la donna derubata a Mestre: “Non avrei dovuto chiedere aiuto, è colpa mia se lui è deceduto”



Sconvolta e in stato di shock, la donna colombiana di 50 anni, residente a Mestre, porta sulle spalle un pesante fardello di colpa. Dopo una violenta rapina avvenuta per strada, non riesce a liberarsi dal pensiero che la morte di Giacomo Gobbato, il giovane di 26 anni che ha cercato di intervenire per difenderla, sia in qualche modo legata alla sua richiesta di aiuto.



È colpa mia. Dovevo rimanere zitta e non chiedere aiuto. Sì, quell’uomo mi ha aggredita e rubato il mio zaino, ma forse se non avessi urlato, nessuno sarebbe intervenuto e Giacomo sarebbe ancora vivo”, ha dichiarato al Corriere della Sera.

Purtroppo, Gobbato è deceduto in ospedale, nonostante i disperati tentativi dei medici di salvarlo. Fortunatamente, l’amico che era con lui e che ha subito ferite nella stessa occasione, è stato dimesso poche ore dopo, nonostante il trauma dell’evento.

L’aggressione e la reazione della comunità

La donna ha descritto l’aggressore come un “gigante di un metro e novanta”. Mentre era al telefono con il suo compagno, è stata afferrata da dietro, oppure immobilizzata, subendo tre pugni senza preavviso. Nonostante le ferite fisiche, il danno emotivo che sta affrontando è devastante.

Insieme al suo compagno, si è recata al commissariato per denunciare l’accaduto. “Lì è successo qualcosa di incredibile”, ha continuato. “Erano gli amici e i familiari di Giacomo a confortarci. Quando è giunta la notizia della sua morte, ci tremavano le gambe e ci siamo sentiti devastati dai sensi di colpa, eppure erano loro a darci coraggio in quel momento terribile”.

Una nuova rapina e l’arresto dell’aggressore

Mentre la comunità era ancora in lutto per la tragica perdita, il 48enne di origine moldava ha tentato un’altra rapina prima di essere arrestato. Filmato da un passante da un balcone in Via Aleardi, il malvivente ha cercato di derubare una donna, presumibilmente una turista giapponese, infliggendole ferite al viso con un coltello. Utilizzando la stessa arma con cui aveva ucciso Gobbato, ha sferrato un colpo che ha spaventato i passanti.

Le forze dell’ordine sono intervenute rapidamente, avviando un inseguimento che ha portato al fermo dell’aggressore in pochi minuti. Attualmente, il 48enne è accusato di omicidio e, difeso dall’avvocato Tiziana Nordio, è stato posto in custodia cautelare in carcere, l’unica opzione possibile dal momento che risulta senza fissa dimora.

Questo tragico evento ha scosso profondamente la comunità di Mestre, lasciando un segno difficile da cancellare. Molti si stanno mobilitando per ricordare Giacomo Gobbato, una vittima di un’ingiustizia che avrebbe potuto essere evitata con una maggiore attenzione alla sicurezza nelle nostre strade.



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