François-Xavier Fumu Tamuzo, ex calciatore professionista francese, ha deciso di ritirarsi dal calcio giocato all’età di soli 29 anni, a seguito di una serie di infortuni che hanno gravemente influenzato la sua carriera. Recentemente, ha intrapreso un’azione legale contro le aziende farmaceutiche Pfizer e BioNTech, sostenendo che i suoi problemi di salute siano collegati al vaccino che ha ricevuto.
Fumu Tamuzo, nato nel 1995, ha giocato per squadre come l’Auxerre, Quevilly Rouen, Beziers e Maritimo, oltre a fare parte della nazionale francese under 20. Nonostante un inizio promettente, la sua ascesa è stata ostacolata da infortuni ripetuti, che lo hanno portato a considerare il ritiro precoce. Come riportato da France Bleu Mayenne, il calciatore, pur non essendo contrario ai vaccini, ha iniziato a sospettare un legame tra le sue condizioni fisiche deteriorate e il vaccino anti-COVID-19.
Il 2 luglio, Fumu Tamuzo si presenterà davanti al tribunale di Parigi, dove i giudici dovranno decidere se nominare un gruppo di esperti per indagare le sue accuse. Il calciatore ha dichiarato di aver ricevuto la sua prima dose del vaccino Pfizer il 30 luglio 2021 e di aver avuto la seconda dose un mese dopo. Problemi quali dolore al ginocchio e tendinopatia sono seguiti, culminando con la rottura del tendine d’Achille dopo la terza dose.
L’avvocato di Fumu Tamuzo, Éric Lanzarone, specializzato in diritto pubblico e sanitario, ha evidenziato la difficoltà di suo cliente di ottenere riconoscimenti medici per gli effetti avversi del vaccino. “Il mio cliente è stato di medico in medico senza che nessuno mettesse in dubbio gli effetti avversi del vaccino,” ha detto Lanzarone. Ora, l’obiettivo è ottenere una conferma che le condizioni di salute di Fumu Tamuzo possano essere state influenzate dal vaccino.
Oltre a Pfizer e BioNTech, Fumu Tamuzo ha incluso nella sua causa anche la Federcalcio francese, sostenendo che l’obbligo vaccinale fosse stato imposto ai calciatori prima ancora che la legge lo rendesse necessario. Il calciatore cerca un risarcimento economico per le sue sofferenze e le limitazioni fisiche che ora deve affrontare quotidianamente, come la difficoltà a camminare per lunghe distanze o correre.
Questa causa solleva questioni complesse sulla responsabilità delle aziende farmaceutiche e delle federazioni sportive nell’assicurare la salute dei calciatori, e potrebbe avere implicazioni significative per le politiche sanitarie sportive e per il dibattito più ampio sui vaccini.[su_button]Button text[/su_button]
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