Quattro vigilanti agli arresti domiciliari per la morte di Francesco Vanacore, aggredito in un’azione collettiva al Policlinico di Napoli, scatta l’accusa di omicidio preterintenzionale.
Quattro vigilanti sono finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di concorso in omicidio preterintenzionale pluri-aggravato. Questo è il risultato di un’inchiesta riguardante la morte di Francesco Vanacore, un 62enne che ha perso la vita dopo una violenta lite avvenuta al Policlinico Federico II di Napoli. Il giudice per le indagini preliminari ha emesso la misura cautelare su richiesta della Procura, e l’operazione è stata eseguita questa mattina, 6 settembre, dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Vomero e della stazione di Marianella.
Gli eventi risalgono all’8 aprile, giorno in cui Vanacore si era recato presso il Policlinico per un’visita cardiologica programmata. All’arrivo, il 62enne ha tentato di entrare con la propria automobile, ma i vigilanti gli hanno negato l’accesso. Disceso dall’auto, ha cercato di convincerli a permettere che il fratello lo accompagnasse all’interno. La situazione è rapidamente degenerata: Vanacore sarebbe stato aggredito pesantemente dai tre vigilanti che si trovavano in servizio, con altri due che sono intervenuti in seguito, per il presunto pestaggio che è cessato solo all’arrivo dei carabinieri.
Francesco Vanacore ha accusato un improvviso malore ed è stato immediatamente trasferito in Rianimazione, dove purtroppo è deceduto nella stessa giornata. Successivamente, i quattro vigilanti sono stati inseriti nel registro degli indagati e sono stati interrogati dagli inquirenti.
Ulteriori indagini, condotte dai carabinieri di Marianella a giugno 2024, hanno rivelato che l’uomo era stato colpito in diverse parti del corpo, inclusi i genitali, e che il decesso era attribuibile alle lesioni subite durante l’aggressione. Parallelamente, l’ospedale ha avviato un’indagine interna e ha richiesto alla società di vigilanza di provvedere alla sostituzione del personale coinvolto. Sorprendentemente, l’azienda ospedaliera partenopea ha comunicato a Fanpage.it che non erano disponibili registrazioni audio-video dell’incidente, in quanto le telecamere di videosorveglianza erano spente da un anno, a causa del mancato rinnovo del contratto, mentre era in corso una nuova gara d’appalto per il loro ripristino. La vicenda ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e la gestione delle strutture sanitarie, ponendo l’accento sulla necessità di garantire un ambiente più sicuro per pazienti e personale.
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