Controcopertina

Feltri: “I ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti”. Il fratello di Scarponi: “Ucciso per la seconda volta”



Marco Scarponi, fratello del ciclista Michele tragicamente scomparso, esprime il suo dolore per le frasi di Vittorio Feltri, che ha offeso la memoria del campione.



Marco Scarponi, fratello di Michele Scarponi e attuale segretario generale della Fondazione che porta il nome del ciclista, è tornato a parlare dopo le dichiarazioni di Vittorio Feltri, espresse durante un convegno a Milano. “Ieri sarebbe stato il suo 45esimo compleanno. Le parole di Feltri l’hanno ucciso una seconda volta”, ha commentato con grande rabbia e disappunto. Nel ricordo di Michele, travolto da un furgone mentre si allenava nella sua Filottrano nel 2017, Marco si è sentito nuovamente ferito dalle affermazioni del noto giornalista, il quale ha dichiarato che i ciclisti piacciono “solo quando vengono investiti”.

La tragicità di tali parole risiede non solo nella mancanza di rispetto per le vite perse, ma anche nel fatto che nel 2023 sono già morti 212 ciclisti sulle strade italiane, di cui 39 nella sola Lombardia. Secondo l’Associazione dei sostenitori della Polizia stradale (Asaps), il numero di ciclisti deceduti potrebbe rimanere gravemente elevato anche nel 2024, con 154 ciclisti già contati fino a settembre. Ogni nome di queste vite distrutte rappresenta una tragedia personale, una famiglia lacerata, come nel caso di Francesco Lignola, l’undicenne investito lo scorso anno.

Non importa il motivo per cui una persona è in strada; ogni vittima era una persona, un amico, un familiare. Le parole di Feltri sono considerate inaccettabili: “Legittimano l’aggressività verso gli utenti vulnerabili della strada e rappresentano un’offesa perpetuata ai familiari delle vittime”. Marco Scarponi ha affermato: “Le parole di Feltri sono vomitevoli e hanno rovinato un giorno di ricordo e celebrazione per Michele. Un uomo di questa caratura, compiendo un’uscita così disumana proprio nel giorno del compleanno di mio fratello, ci ha riportato a un dolore profondo”.

Ricorda che il 22 aprile era un giorno di condivisione e nostalgia per la famiglia, che si era riunita a Jesi. “Eravamo insieme, ricordando Michele con aneddoti e risate, quando ci hanno riportato le parole di Feltri. È stato come se tornassimo a essere travolti dalla tragedia. Sembra che ci sia una totale mancanza di empatia da parte di chi ricopre certi ruoli pubblici.”

Marco ha ricordato l’impegno costante della Fondazione Michele Scarponi, attiva dal 2017, dedicata alla promozione della sicurezza stradale. “Le scuole sono il nostro punto di riferimento. Vogliamo far comprendere ai più piccoli l’importanza di rispettare tutti gli utenti della strada. Ma l’uscita di un individuo come Feltri, rinforzata dalla sua visibilità, calpesta il nostro lavoro faticoso, come se non contasse nulla. Per noi è devastante, perché ci crediamo profondamente.”

A tal fine, Marco ha deciso di intraprendere un’azione legale contro Feltri. Le sue dichiarazioni, che puntavano a ridicolizzare la figura di chi pedala, sono state definite “un’istigazione alla violenza“. Queste affermazioni danneggiano gravemente quelle organizzazioni che si dedicano a educare al rispetto della vita altrui e della legalità. “Abbiamo dato mandato al nostro legale, Tommaso Rossi, di procedere con una denuncia che presenteremo alla Procura della Repubblica. Dobbiamo porre un freno a tali oscenità. Lo dobbiamo a Michele e a tutte le altre vittime della strada.” Marco conclude con una nota di dolore, sottolineando la necessità di una maggiore responsabilità e rispetto da parte di tutti, affinché simili tragedie non si ripetano.



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