Ergastolo per Impagnatiello, Chiara Tramontano: “Mia sorella Giulia era fragile in una realtà crudele”



La Corte d’Assise di Milano ha condannato all’ergastolo Alessandro Impagnatiello per l’omicidio di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi. La famiglia esprime il proprio dolore.



“Giulia era persona sensibile in un mondo violento: era la preda per il leone”. Con queste parole, Chiara Tramontano, sorella di Giulia Tramontano, ha descritto la sorella, vittima di un tragico omicidio che ha sconvolto l’Italia. La Corte d’Assise di Milano ha emesso la sentenza di condanna all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, riconoscendolo colpevole dell’omicidio pluriaggravato della compagna Giulia, che al momento del delitto era incinta di sette mesi.

La sorella di Giulia, visibilmente commossa, ha aggiunto: “Questo caos che si è creato è l’opposto di quello che avrebbe voluto. Lei entrava in punta di piedi nella vita delle persone. Lei era rara: anche nel momento in cui il suo cuore era distrutto ha pensato a un’altra donna che poteva aver vissuto la stessa situazione”. Ha poi ricordato la personalità di Giulia, sottolineando quanto fosse una persona discreta e delicata: “Era presente, ma mai rumorosa. Era silenziosa. Quando sei così sensibile in questo mondo violento, sei la preda per il leone. Giulia è tutto questo, un’anima gentile”.

La famiglia della vittima ha assistito alla sentenza indossando oggetti legati a Giulia, un gesto simbolico per sentirla vicina in quel momento drammatico. Chiara Tramontano ha spiegato: “É finita questa dolorosa esperienza, sono d’accordo con il verdetto del giudice. Lei ora è sempre con noi: è in ognuno di noi. Ognuno della sua famiglia oggi in tribunale ha indossato qualcosa di suo: un bracciale, un maglione… è sia nei nostri pensieri che nelle cose materiali”.

Durante il processo è emerso anche il ricordo di Thiago, il bambino che Giulia portava in grembo al momento della sua morte. Parlando di lui, Chiara ha detto: “É sempre difficile parlare di Thiago perché non lo conoscevamo, ma avremmo cresciuto un’anima gentile. Thiago è parte di Giulia e parte di noi. Noi abbiamo due angeli custodi”.

La sentenza è stata pronunciata il 25 novembre, una data simbolica poiché coincide con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Questo dettaglio non è passato inosservato alla sorella della vittima, che ha dichiarato: “Nessuna donna ha vinto in quest’aula: oggi è arrivato l’ergastolo ma dopo la morte. Noi donne potremo vincere solo quando cammineremo per le strade di questo paese e ci sentiremo sicure o ci sentiremo soddisfatte della nostra vita. Per ora questo verdetto non ha stabilito niente”.

La decisione della Corte d’Assise di Milano è stata chiara e severa. Alessandro Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo senza alcuna attenuante, con l’esclusione della sola aggravante dei futili motivi. Sono state invece riconosciute le aggravanti della premeditazione, della crudeltà e del rapporto di convivenza con la vittima. Oltre alla pena principale, è stato disposto un periodo di tre mesi di isolamento per l’imputato e il risarcimento economico alla famiglia di Giulia Tramontano. La madre e il padre della vittima riceveranno ciascuno 200 mila euro, mentre il fratello e la sorella saranno risarciti con 150 mila euro ciascuno.

L’omicidio di Giulia Tramontano ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana, diventando un simbolo della violenza di genere che ancora oggi affligge molte donne. Il caso ha sollevato numerosi interrogativi sul tema della sicurezza delle donne e sulle misure necessarie per prevenire tragedie simili in futuro.

Nel corso del processo sono emersi dettagli agghiaccianti sull’omicidio. Secondo quanto ricostruito, Alessandro Impagnatiello avrebbe pianificato il delitto con premeditazione e lo avrebbe eseguito con crudeltà. La giovane donna, incinta del loro figlio, è stata brutalmente uccisa in un contesto che ha lasciato sgomenti non solo i familiari ma anche l’intera comunità.

La famiglia Tramontano, pur trovando un minimo conforto nella giustizia ottenuta in tribunale, continua a vivere nel dolore per la perdita di Giulia e del piccolo Thiago. La sorella Chiara ha voluto ribadire che la loro battaglia non si ferma qui: “Giulia avrebbe voluto un mondo diverso, un mondo dove nessuna donna debba più vivere ciò che lei ha vissuto”.

Il caso di Giulia Tramontano si inserisce tristemente in una lunga lista di femminicidi avvenuti in Italia negli ultimi anni. Secondo i dati ufficiali, ogni anno centinaia di donne perdono la vita a causa della violenza domestica o di genere. La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne rappresenta un’occasione importante per riflettere su questa emergenza sociale e promuovere azioni concrete per contrastarla.

La vicenda ha avuto una vasta eco mediatica e ha spinto molte persone a esprimere solidarietà alla famiglia Tramontano. Numerosi cittadini hanno partecipato a manifestazioni e veglie organizzate per ricordare Giulia e tutte le altre vittime della violenza maschile.



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