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Emilia Romagna, la tragedia dei residenti alluvionati di Traversara: “Non resta più nulla”



Dopo la paura e il caos causati dall’alluvione che ha devastato in particolare la Romagna e la provincia di Ravenna, è tempo di fare i conti con i danni subiti dalle comunità locali. “Della mia casa a Traversara mi resta solo un album di foto pieno di fango, trovato a oltre 150 metri,” racconta a Fanpage.it uno degli alluvionati di Bagnacavallo, dove un terzo del Comune è ora coperto da una distesa di fango e detriti.



Devastazione e distruzione in Romagna

Molte abitazioni sono state lasciate in pillole, con solo le mura rimaste in piedi, mentre altre sono crollate completamente. “È terrificante. È successo in troppi posti e penso che qualcuno debba interrogarsi sulla responsabilità di vedere i fiumi ridotti in questo stato,” è la sfogo di una residente che ha perso l’abitazione di famiglia. “È sicuramente complicato gestire la situazione, ma non è giusto che i paesi vengano ridotti in questo modo; qui non è rimasto più nulla,” prosegue la donna con gli occhi pieni di lacrime. “Non siamo nemmeno riusciti a portare con noi un portafoglio.”

A Traversara di Bagnacavallo, la furia del fiume Lamone, in piena, ha travolto il paese, distruggendo ogni cosa, ma l’allerta preventiva e l’evacuazione dei residenti hanno salvato molte vite. Alcuni cittadini, saliti ai piani superiori, sono stati costretti a cercare rifugio sui tetti e sono stati salvati da elicotteri. Le due persone che risultavano disperse sono state rintracciate e fortunatamente non ci sono state vittime.

L’urgenza di una gestione adeguata delle emergenze

“Il fiume Lamone ha aperto una breccia incredibile nell’argine e ha travolto le case, dove ora non c’è più niente,” riporta un altro residente, il cui anziano familiare è stato evacuato grazie all’intervento di un elicottero dei vigili del fuoco. “Non dico che fosse prevedibile, ma non è stato fatto nulla. Lo scorso anno, dietro casa, c’era l’argine in cattive condizioni. Lo hanno rattoppato e basta. Quando è arrivata la prima piena, questo è stato il risultato,” aggiunge con un tono di sconforto. “Traversara è un paese morto e sepolto, e non so come si potrà ripartire. Qui non ci verrà più nessuno.”

La comunità è segnata da una profonda tristezza e da una sensazione di impotenza di fronte all’alluvione che ha portato via ricordi, esperienze e la sicurezza di un ambiente familiare. La ricostruzione richiederà tempo, risorse e, soprattutto, una rinnovata attenzione alla sicurezza e alla gestione del territorio. Mentre le acque si ritirano, la vera sfida inizia ora: ricostruire il tessuto sociale e affrontare la crisi con resilienza.

In questo contesto, ci si aspetta che le istituzioni siano pronte a investire nella sicurezza idraulica e nel monitoraggio delle emergenze, per evitare che simili tragedie si ripetano. La comunità ha bisogno di sostegno e di un piano efficace per garantire che il futuro non sia segnato da un’altra catastrofe.



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