Controcopertina

“È adorabile, mi prende in taxi”: tutti i quesiti sull’ultimo testo di Maria Campai, assassinata da un 17enne



La notte del 19 settembre è avvolta nel mistero, come un’ombra che si insinua tra le strade silenziose. La luce pallida della luna sembra svelare solo frammenti di verità, mentre il cellulare di Maria Campai trasmette un messaggio enigmatico alla sua sorella Roxana: “È un uomo amabile, mi porta in taxi”.



La ricerca della verità si dipana come un intricato labirinto, con i suoi dubbi e le sue ipotesi. Chi ha scritto quel messaggio? Gli inquirenti scrutano ogni dettaglio, cercando di svelare il volto nascosto di colui che potrebbe aver scritto quelle parole.

La storia si snoda in modo non lineare, come un fiume che scorre controcorrente. La sorella Roxana, in un’intervista al Giorno, rivela il suo angosciante pellegrinaggio notturno alla ricerca di Maria. Le strade deserte diventano lo sfondo di una disperata ricerca, mentre il dubbio si insinua come un veleno nell’animo di Roxana.

E mentre il giovane sospettato di omicidio si trova dietro le sbarre, la sua presenza aleggia come un’ombra sinistra su tutta la vicenda. Le indagini si snodano come fili intrecciati, cercando di districare la verità da un groviglio di menzogne e segreti sepolti nell’oscurità della notte.

Il corpo senza vita di Maria attende l’autopsia, come un enigma da decifrare. I Ris perlustrano il garage, cercando tracce che possano gettare luce su un oscuro puzzle di eventi.

E in questa oscura vicenda emerge un dettaglio inquietante: nonostante abbia occultato il cadavere, il sospettato ha trovato il tempo per allenarsi in palestra, cenare con i genitori e persino perdersi nei meandri di TikTok. Come se la realtà e la follia si intrecciassero in un macabro balletto.

Mentre l’udienza di convalida si avvicina, il velo del mistero avvolge ancora la verità, rendendo questa storia un enigma avvolto nell’oscurità della notte.



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