Il caso che ha scosso la tranquillità di Cogne, in Val d’Aosta, ha visto come protagonisti una coppia di coniugi originari di Caltanissetta. Il cinquantasettenne e la moglie sessantaquattrenne sono stati accusati di aver costretto il proprietario della casa che avevano affittato a subire ripetuti abusi sessuali. Tuttavia, l’uomo ha respinto le accuse, sostenendo che i rapporti avvenuti fossero consensuali e che fosse stato lo stesso proprietario a manifestare interesse verso di loro.
Secondo le dichiarazioni del cinquantasettenne, il sessantacinquenne padrone di casa avrebbe iniziato a corteggiarli poco dopo il loro arrivo a Cogne nel giugno 2023. “Poco dopo ha iniziato a corteggiarci, sia me che mia moglie – ha raccontato l’uomo – Sapeva che in casa c’erano le videocamere”. Questa versione contrasta nettamente con le ricostruzioni degli inquirenti, che invece sostengono che la coppia abbia costretto il proprietario a subire atti sessuali in almeno una decina di occasioni.
La vicenda ha avuto un epilogo tragico per la moglie del cinquantasettenne. Entrambi erano stati arrestati nel marzo del 2023, ma mentre l’uomo è stato successivamente scarcerato con obbligo di dimora in Sicilia, la donna si è tolta la vita in carcere. La notizia del suicidio ha lasciato il marito devastato. “Ora che lei è morta, la mia vita è finita – ha dichiarato l’uomo a ‘la Repubblica’ – L’ultima volta che ci siamo salutati era il 26 marzo, quando ci hanno portati in carcere. Ci scrivevamo tutti i giorni, fino all’ultimo. Ma non l’ho più vista”.
La coppia aveva iniziato a frequentare Cogne nel 2019, attratti dalla bellezza della montagna. “Amavamo entrambi la montagna, abbiamo iniziato ad andare a Cogne nel 2019 – ha ricordato il cinquantasettenne – Ma è un paese piccolino e trovare casa non è facile. Così ci siamo rivolti all’ente del turismo che, a sua volta, ci ha messo in contatto con il sessantacinquenne, che affittava degli appartamenti”. Dopo alcune visite durante le festività natalizie, decisero di trasferirsi stabilmente grazie alla possibilità dell’uomo di lavorare in smart working.
Secondo quanto raccontato dal cinquantasettenne, i rapporti con il padrone di casa si sarebbero complicati poco dopo il loro ingresso nell’appartamento nel giugno 2023. “Mi ha chiamato dicendo che doveva passare da noi – ha spiegato – Aveva già iniziato a fare apprezzamenti sia a me che a mia moglie. Ma è stata quella domenica che è arrivata la sua proposta: ‘Che ne dici se facciamo sesso? Perché io con mia moglie non ho più rapporti'”. L’uomo sostiene che il primo rapporto sia avvenuto nel mese di luglio e nega categoricamente di aver mai minacciato il proprietario con la diffusione di video compromettenti. “Gli avevo detto che c’erano le telecamere, mi ha risposto che se ne fregava. Non è vero che abbiamo minacciato di diffondere i video”.
Le indagini hanno però rivelato una realtà diversa. Secondo i pubblici ministeri, la coppia avrebbe sfruttato i video registrati per intimidire il sessantacinquenne e costringerlo a subire ulteriori abusi. In alcune delle registrazioni visionate dagli inquirenti, si vedrebbe l’uomo implorare la coppia di smettere, facendo riferimento ai suoi problemi di salute. In altre immagini, il padrone di casa sarebbe addirittura svenuto durante gli episodi di violenza.
Alcuni dettagli emersi dai filmati hanno ulteriormente aggravato la posizione della coppia. Durante gli atti contestati, i due avrebbero rivolto insulti e frasi aggressive al proprietario dell’appartamento, facendo anche riferimenti al “bunga bunga”. Le immagini hanno fornito agli investigatori elementi chiave per delineare il quadro delle presunte violenze.
Il cinquantasettenne continua però a sostenere la sua innocenza e a ribadire che tutto sarebbe avvenuto con il consenso del padrone di casa. La sua difesa si basa sulla presunta volontà del sessantacinquenne di intrattenere rapporti sessuali con entrambi i coniugi. Tuttavia, le prove raccolte e le testimonianze sembrano puntare in una direzione opposta.
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