Un giovane di 32 anni, Dario Buffa, è stato condannato a quattro mesi di carcere o a una multa di 1.800 euro per aver coperto delle svastiche sui muri di Massa. Ora chiede di affrontare un processo.
Un gesto contro i simboli nazisti è costato caro a Dario Buffa, un giovane di 32 anni residente a Massa, che ha deciso di cancellare alcune svastiche disegnate sui muri della città utilizzando una bomboletta spray. Per questa azione, avvenuta in pieno giorno e a volto scoperto, è stato emesso un decreto penale di condanna che prevede una pena di quattro mesi di reclusione o, in alternativa, il pagamento di una multa pari a 1.800 euro. Tuttavia, il giovane ha deciso di contestare la decisione e intende affrontare un processo per difendere il suo gesto.
I fatti risalgono al 2022, quando Buffa, operaio agricolo, ha agito spontaneamente per eliminare quei simboli nazisti dal suolo pubblico. Le telecamere di sorveglianza presenti nella zona hanno registrato l’intero episodio, consentendo alle autorità di identificarlo senza difficoltà. La denuncia è scattata nel dicembre del 2023, quando la Questura di Massa ha avviato un’indagine che ha portato al decreto penale di condanna.
Nonostante la possibilità di evitare il carcere pagando la sanzione pecuniaria, Dario Buffa ha deciso di ricorrere contro la sentenza e si è già rivolto a un avvocato per presentare formale opposizione. In un’intervista rilasciata al quotidiano Il Tirreno, il giovane ha dichiarato: “Per me è una medaglia al valore, personalmente ne vado fiero ma non mi hanno fatto il processo e per una cosa del genere lo voglio”.
La questione ha sollevato polemiche non solo per la condanna inflitta al 32enne, ma anche per l’equiparazione del suo gesto a quello dei responsabili che hanno disegnato le svastiche. L’indagine ha infatti individuato due giovani autori dei simboli nazisti, anch’essi destinatari di decreti penali di condanna. Uno dei due dovrà pagare la stessa somma di 1.800 euro, mentre l’altro è stato sanzionato con un importo leggermente superiore.
Il caso ha attirato l’attenzione del collettivo Casa Rossa Occupata, di cui Buffa fa parte. L’organizzazione ha avviato una raccolta fondi per coprire le spese legali del giovane e ha espresso il proprio dissenso verso quella che definisce una “vergognosa repressione”. In una nota ufficiale, il collettivo ha scritto: “Reprimere e condannare chi difende i valori antifascisti e antinazisti è vergognoso! Ma ancora più grave è l’equiparazione, e quindi la condanna alla stessa pena, tra chi quelle svastiche le aveva disegnate, inneggiando al capitolo più buio della storia del ‘900, e chi ripudiando il nazifascismo così come sancito dalla nostra costituzione, le ha cancellate”.
L’episodio ha riacceso il dibattito sull’applicazione delle leggi in casi simili e sulla necessità di distinguere tra chi commette atti vandalici con intenti ideologici e chi invece agisce per contrastarli. La vicenda di Dario Buffa pone interrogativi sul valore simbolico e morale delle azioni intraprese dai cittadini contro manifestazioni di odio e intolleranza.
Secondo quanto riportato dagli avvocati del 32enne, il ricorso contro il decreto penale potrebbe portare a un processo vero e proprio davanti al Tribunale. In questo contesto, Buffa avrà l’opportunità di spiegare le sue motivazioni e difendere il significato del suo gesto. Il giovane non nasconde il suo orgoglio per quanto fatto e ritiene che affrontare un processo sia l’unico modo per ottenere giustizia: “Mi sento orgoglioso di quello che ho fatto. Non posso accettare che un gesto antifascista venga trattato alla stregua di un atto vandalico”, ha aggiunto.
Intanto, la raccolta fondi promossa da Casa Rossa Occupata continua a ricevere sostegno da parte della comunità locale e non solo. Numerose persone hanno espresso solidarietà nei confronti del giovane, condividendo l’idea che la sua azione sia stata un atto simbolico contro l’odio e l’intolleranza.
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