Come finisce White Elephant – Codice criminale. All’interno dell’universo cinematografico, arriva “White Elephant – Codice criminale”, un film ricco di star del calibro di Michael Rooker, Olga Kurylenko, Bruce Willis e John Malkovich. Tuttavia, nonostante le promesse e le aspettative, il film mostra diverse carenze, sia in termini di narrazione che di esecuzione, deludendo le aspettative di molti appassionati del genere.
L’espressione elefante bianco trova un riscontro narrativo nell’opera in questione, fungendo da metafora per descrivere progetti dai costi elevati e dai ritorni insoddisfacenti, un parallelismo che può essere esteso ai così detti flop cinematografici. Analizzando la trama di “White Elephant”, emergono problemi di sostanza e interesse, il che evidenzia le difficoltà di un’opera che ambiva forse a molto, ma che si inserisce in modo poco glorioso nella schiera dei B-movie. Il film, infatti, sembra non riuscire a trovare un equilibrio tra le sue ambizioni e le aspettative del pubblico, cadendo spesso in cliché e situazioni prevedibili.
Un giorno speciale
Gabriel Tancredi, vedovo e ex marine, attraversa un periodo di profonda solitudine. Il suo ruolo di sicario per conto del gangster Arnold Solomon lo mette a confronto con situazioni limite, culminanti nell’inseguimento di una coppia di detective che hanno assistito a un attentato mancato. Il film si dipana tra tradimenti e alleanze inattese, con Tancredi che si ritrova a combattere al fianco di uno dei suoi bersagli, nella speranza di redimersi. Questa ricerca di redenzione è un tema ricorrente che, seppur interessante, non riesce a essere sviluppato con la profondità necessaria, lasciando il pubblico insoddisfatto e con la sensazione di una narrazione incompleta.
Volti conosciuti
Uno dei grandi punti di forza di “White Elephant – Codice criminale” risiede nella sua distribuzione stellare. Bruce Willis, uno dei protagonisti, appare qui in uno dei suoi ultimi ruoli prima del suo ritiro, limitato dalla salute. Michael Rooker e Olga Kurylenko recitano invece le parti principali, portando sullo schermo un mix di esperienza e carisma, nonostante le ambiguità relative alla qualità dei loro ruoli in un’opera di questa natura. John Malkovich, con la sua presenza magnetica, aggiunge un ulteriore livello di interesse, anche se il suo talento sembra essere sottoutilizzato in un contesto che non gli rende giustizia.
Spara che ti passa
La trama si snoda attraverso una serie di incongruenze e colpi di scena, portando i protagonisti e gli spettatori attraverso un funambolico susseguirsi di eventi. La regia di Jesse V. Johnson, con un passato da stuntman, non riesce a dargli quel tocco necessario per elevarlo oltre gli stereotipi del genere, lasciando l’impressione di un’opera che si perde nelle sue stesse ambizioni. Le sequenze d’azione, seppur ben coreografate, non riescono a compensare una sceneggiatura debole e personaggi poco sviluppati.
Conclusioni
Di “White Elephant – Codice criminale”, restano da menzionare le curiosità legate al casting e alcune dinamiche d’azione, tuttavia la pellicola pecca di un intrattenimento che spesso rasenta l’illogicità. Nonostante la presenza di guest star di alto profilo, il film non riesce a imporsi come un punto di riferimento nell’ambito degli action-thriller, lasciando gli spettatori con un senso di inappagamento per ciò che avrebbe potuto essere. La mancanza di coesione narrativa e la superficialità con cui vengono trattati alcuni temi cruciali rendono il film una delusione per molti, dimostrando che a volte nemmeno un cast stellare può salvare una sceneggiatura mediocre.
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