Controcopertina

Cliente offende la cameriera: “Alza il sedere e sparecchia”. Il titolare lo fa uscire dal locale



Bastava notare il grande ritratto di Ernesto Che Guevara sulla parete esterna della Casa del Popolo di Solaio, a Pietrasanta, per comprendere che qui non sarebbero mai state tollerate ingiustizie ai danni di lavoratori. Tuttavia, qualche sera fa, un cliente ha compiuto l’errore di insultare una cameriera che si era presa una breve pausa. Con un tono sprezzante, le ha urlato: “Ehi tu, invece di chiacchierare, alzati e vieni a sparecchiare!”.



La giovane, inizialmente divertita dalla situazione, ha risposto con una battuta, ma ha poi ceduto all’emozione e ha cominciato a piangere, mortificata. È stato allora che è intervenuto il gestore del locale, Matteo Giubilato. Con determinazione, è entrato nella sala e ha chiesto al sessantenne e ai suoi amici di lasciare il locale senza nemmeno passare dalla cassa. “Non mi interessano i suoi soldi. Se ne vada!”, ha affermato Giubilato, mentre l’uomo e i suoi commensali abbandonavano il locale tra i commenti di approvazione degli altri avventori.

In un’intervista a Il Tirreno, Giubilato ha difeso con fermezza la sua lavoratrice e ha giustificato la sua decisione di allontanare il cliente maleducato: “Ho semplicemente fatto ciò che andava fatto. Non penso di aver fatto nulla di eccezionale. Questo modo di trattare una lavoratrice, che si prodiga per garantire un servizio, è sicuramente legato a una mentalità padronale che non ci appartiene”. Ha inoltre sottolineato che l’uomo cacciato non era un frequentatore abituale della Casa del Popolo, evidenziando come il locale e i suoi valori non fossero affini a quelli dell’uomo.

Giubilato ha anche messo in evidenza che l’aspetto più significativo della vicenda è stata la reazione di tutti i clienti presenti, i quali hanno sostenuto la cameriera. “Questo dimostra che la sensibilità non manca di fronte a episodi sgradevoli e inaccettabili,” ha detto. “Il rispetto per gli altri, e in particolare per chi lavora, non deve mai essere messo in discussione. Su questo non possiamo e non dobbiamo transigere”. Il gesto del gestore ha scatenato una reazione positiva nella comunità, rafforzando il messaggio che ogni lavoratore merita dignità e rispetto sul luogo di lavoro. Di fronte ad atti di maleducazione e prepotenza, la solidarietà e il supporto della comunità possono fare la differenza, creando un ambiente di rispetto reciproco.



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