Christian Raimo sospeso 3 mesi per critiche a Valditara: scoppiano le proteste degli studenti



La sospensione di tre mesi del professore Christian Raimo, per le critiche rivolte al Ministro Valditara, ha scatenato proteste e mobilitazioni da parte di studenti, intellettuali e personalità della cultura italiana, che denunciano un clima di intimidazione verso il dissenso.



La mobilitazione degli intellettuali: una lettera di solidarietà per Raimo

Lo scorso settembre, la notizia dell’apertura di un’istruttoria disciplinare nei confronti di Christian Raimo, docente e scrittore, ha suscitato un’ondata di solidarietà da parte di intellettuali, artisti e attivisti. Diversi esponenti del mondo culturale, tra cui Zerocalcare, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, il premio Nobel Giorgio Parisi, Daria Bignardi, Vasco Brondi, Chiara Valerio, Sandro Veronesi, Matteo Garrone e Carlo Ginzburg, hanno firmato una lettera pubblica esprimendo preoccupazione per le implicazioni della sospensione.

Nella lettera, i firmatari dichiarano: “Crediamo che la voce e la passione di Christian Raimo siano un valore importante per il dibattito sulla scuola pubblica, che è e deve restare luogo di confronto di idee e crescita democratica. Per questo Raimo va difeso da questo attacco.” Gli intellettuali hanno inoltre criticato il clima repressivo che si sta instaurando, paragonando tali provvedimenti a quelli di governi definiti “democrature”, in cui la democrazia è solo formale e la libertà di espressione non è realmente garantita.

Proteste degli studenti dell’Archimede

Appena ricevuta la notizia della sospensione, gli studenti e le studentesse del liceo Archimede di via Vaglia, a Montesacro, dove Raimo insegna, hanno reagito prontamente. All’ingresso della scuola è stato affisso uno striscione con la scritta “Tre mesi di sospensione per un’opinione”, simbolo del loro dissenso verso il provvedimento. Successivamente, hanno organizzato un’assemblea straordinaria d’istituto per discutere dell’accaduto. La dirigente scolastica ha autorizzato la riunione, svoltasi alle 9:30 del mattino, in cui gli studenti hanno espresso solidarietà per il loro professore, considerando la sospensione come un segnale pericoloso per la libertà di espressione.

Raimo: “Sono traumatizzato dal provvedimento”

Christian Raimo, in una dichiarazione alle agenzie di stampa, ha espresso sorpresa e sconcerto per la sospensione, descrivendola come un’esperienza traumatica. “Da oggi non sono in classe per tre mesi: sono sconcertato, mi sembra molto grave”, ha detto il professore. “Con il sindacato e gli avvocati cercherò di difendermi. Credo di essere la vittima in questo caso”. Raimo ha poi aggiunto di sentirsi un insegnante “dignitoso”, e di avere sempre cercato di educare gli studenti alla libertà e all’autonomia. Secondo lui, la sospensione ha colpito anche gli studenti, privandoli della continuità didattica e di un punto di riferimento educativo.

Reazioni politiche: Fratoianni parla di intimidazione

La vicenda ha rapidamente travalicato i confini della scuola, attirando l’attenzione della politica nazionale. Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, ha commentato duramente la sospensione, definendola un atto intimidatorio: “È un chiaro tentativo di intimidire una persona libera. Colpirne uno per educarne cento, si sarebbe detto.” Secondo Fratoianni, la punizione di Raimo rappresenta un avvertimento non solo per i docenti, ma anche per studenti e famiglie, suggerendo che la libertà di opinione potrebbe avere un costo personale elevato.

Fratoianni ha poi lodato l’iniziativa degli studenti dell’Archimede, considerandola un segnale importante di resistenza contro un’ingiustizia percepita. “Vogliamo raccogliere il loro testimone e mandare un messaggio a tutte e tutti coloro che hanno paura: non siete soli”, ha dichiarato.

La posizione dei parlamentari del PD: “Una decisione grave”

Anche i parlamentari del Partito Democratico delle commissioni Istruzione di Camera e Senato si sono espressi in una nota congiunta, criticando aspramente la sospensione. “Riteniamo una decisione molto grave la sospensione di tre mesi con stipendio decurtato del 50 per cento di Christian Raimo reo di aver criticato il Ministro Valditara” – si legge nella nota. I parlamentari ritengono che tale provvedimento rischi di creare un precedente pericoloso, che potrebbe limitare la libertà di opinione in futuro.

Nella nota, si sottolinea inoltre come Raimo abbia espresso le sue critiche in un contesto politico esterno all’attività scolastica, durante un evento di partito, e non nell’esercizio delle sue funzioni di docente. Questa azione, a detta del PD, richiama modalità più tipiche di regimi autoritari che di democrazie, alimentando un clima di sospetto e repressione.

La posizione della CGIL: “Utilizzo strumentale del codice di comportamento”

Anche la CGIL, in particolare la Flc Cgil Nazionale e la Flc Cgil Roma e Lazio, ha espresso il proprio dissenso nei confronti della sospensione. In un comunicato, il sindacato sostiene che il provvedimento disciplinare sia stato applicato in modo strumentale per “instaurare un clima di controllo e intimidazione verso il personale scolastico”. Secondo la CGIL, il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici viene utilizzato per reprimere la libertà di dibattito, trasformando il ruolo degli insegnanti in esecutori passivi delle direttive ministeriali.

Il sindacato ha assicurato il proprio supporto legale a Raimo, considerandolo vittima di un’azione disciplinare che va oltre i limiti della sua attività professionale e che mina l’autonomia del corpo docente nel contesto scolastico.

La replica dell’Ufficio Scolastico Regionale: “Dichiarazioni offensive verso il Ministro”

Diversamente, Anna Paola Sabatini, direttrice dell’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, ha difeso il provvedimento. In una nota ufficiale, Sabatini ha spiegato che la sospensione di Raimo è stata causata da dichiarazioni pubbliche ritenute “offensive” nei confronti del Ministro Valditara, in cui il professore avrebbe utilizzato termini denigratori come “cialtrone” e “lurido”, aggiungendo che “va colpito come la Morte Nera”.

Sabatini ha ricordato che il professore era già stato soggetto a provvedimenti disciplinari in passato per alcune affermazioni, e ha ribadito che le sue dichiarazioni attuali violano i principi fondamentali di rispetto e dialogo civile.



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