Chiara denuncia il suo ex violento: ‘È evaso due volte, mi registro prima che mi uccida’



Una giovane donna racconta anni di abusi da parte dell’ex compagno, tra sequestri e violenze ripetute. Dopo due evasioni dai domiciliari, la vittima si sente abbandonata e teme per la propria vita.



L’inizio della relazione e l’escalation di violenza

Chiara Balistreri, 20 anni, ha raccontato la sua storia di abusi a partire dal 2017, anno in cui ha conosciuto Gabriel Costantin. All’epoca, Chiara era ancora minorenne e si trovava a Bologna per frequentare la scuola. La giovane non poteva immaginare che quella che sembrava una relazione giovanile sarebbe presto diventata un incubo.

Dopo pochi mesi dall’inizio del rapporto, sono iniziate le violenze. Chiara ha raccontato che il primo episodio si è verificato nel 2018, quando Gabriel le diede uno schiaffo in un parco pubblico. Da quel momento, i comportamenti aggressivi sono aumentati in frequenza e gravità, portando la ragazza a temere per la propria sicurezza.

I primi sequestri e le violenze continue

Nel settembre 2019, Chiara ha vissuto un’esperienza traumatica: dopo un’aggressione, decise di rifugiarsi a casa della madre. Tuttavia, Gabriel si presentò davanti alla sua abitazione per un “chiarimento”. In quell’occasione, la nonna di Chiara assistette dalla finestra al momento in cui la ragazza fu costretta a entrare nell’auto di Gabriel, il quale la portò contro la sua volontà nella sua abitazione. Questo episodio di sequestro fu denunciato alle autorità, ma non rappresentò una fine alla spirale di violenze.

Un secondo sequestro avvenne all’inizio del 2020, quando Chiara si trovava in Romania con Gabriel. Dopo alcune settimane insieme, espresse il desiderio di tornare a casa. La risposta di Gabriel fu violenta: la picchiò, le sequestrò il telefono e la costrinse a rimanere con lui. Solo con l’intervento dell’Ambasciata italiana e un volo speciale organizzato per l’emergenza COVID-19, Chiara riuscì a rientrare in Italia ad aprile 2020.

L’ultimo pestaggio e la denuncia

Nel febbraio 2022, la giovane ha subito una nuova aggressione, l’ennesima. Gabriel la picchiò per circa 20 minuti, lasciandola con il naso rotto e il corpo coperto di lividi. “Se in casa non ci fosse stata la sua famiglia, mi avrebbe uccisa”, ha dichiarato Chiara. Dopo questa aggressione, decise finalmente di sporgere denuncia.

In seguito alla denuncia, Gabriel fu sottoposto agli arresti domiciliari, senza tuttavia l’applicazione del braccialetto elettronico. Chiara si è detta estremamente delusa dalla misura restrittiva adottata, ritenendola insufficiente per contenere il pericolo rappresentato dal giovane.

Le minacce e l’evasione dai domiciliari

Nonostante fosse ai domiciliari, Gabriel è riuscito a fuggire. Secondo quanto dichiarato dalla giovane, l’ex fidanzato si sarebbe recato in Romania, continuando a minacciarla anche a distanza. “Ogni giorno pubblicava sui social messaggi di vendetta, dicendo che quando sarebbe tornato mi avrebbe cercata e uccisa”, ha raccontato Chiara. Queste minacce hanno aumentato il suo stato di ansia e preoccupazione, al punto da farle temere per la propria vita.

Dopo un mese di latitanza, Gabriel è stato avvistato a Bologna, grazie alla segnalazione di un passante. La polizia ha contattato Chiara per avvertirla e le ha fornito una protezione temporanea con pattuglie sotto casa e agenti nei pressi del suo luogo di lavoro. Poco dopo, Gabriel è stato arrestato nuovamente. Tuttavia, anche in questa occasione, il giovane è stato rimesso ai domiciliari senza alcun dispositivo di sicurezza per impedire una nuova evasione.

Il grido d’allarme di Chiara: “Mi registro prima che mi uccida”

Pochi giorni dopo l’ultimo arresto, Gabriel è evaso di nuovo dai domiciliari. Chiara ha ricevuto una telefonata dalla polizia che l’ha avvertita della nuova fuga dell’ex. In un video pubblicato su TikTok, Chiara ha espresso tutta la sua frustrazione e paura. “Sono arrabbiata, amareggiata, delusa e spaventata”, ha dichiarato. “Vorrei ringraziare il giudice per averlo rimesso ai domiciliari dopo una latitanza di due anni e mezzo. Ora non so cosa succederà alla mia vita, mi domando perché in Italia bisogna per forza aspettare la tragedia prima di fare qualcosa.”

Chiara ha concluso il suo messaggio con un appello disperato: “Mi registro da viva prima che diventi un altro caso di femminicidio.”

Una vicenda che lascia dubbi sul sistema di protezione

La storia di Chiara Balistreri ha portato alla luce importanti questioni sulla gestione della protezione delle vittime di violenza domestica in Italia. Nonostante le evidenti minacce e le precedenti fughe di Gabriel, il sistema giudiziario ha ritenuto adeguata la misura dei domiciliari senza braccialetto elettronico. Chiara si è detta delusa dalla mancanza di una tutela efficace, esprimendo il timore che questa situazione possa avere tragiche conseguenze.

Chiara, oggi 20enne, è determinata a non arrendersi e ha scelto di rendere pubblica la sua storia anche attraverso i social media. La sua testimonianza, diventata virale su TikTok, ha suscitato numerose reazioni di solidarietà e indignazione da parte del pubblico, che chiede una maggiore attenzione e protezione per le vittime di violenza domestica.

Un sistema in difficoltà nel garantire la sicurezza delle vittime

Il caso di Chiara riaccende il dibattito sulla necessità di riforme nel sistema di protezione delle vittime di violenza in Italia. Le misure restrittive come i domiciliari si sono rivelate insufficienti a garantire la sicurezza di chi denuncia abusi e minacce. L’assenza di un braccialetto elettronico per Gabriel ha infatti permesso due evasioni, sottoponendo Chiara a una continua paura e angoscia.

Organizzazioni e associazioni a sostegno delle vittime di violenza domestica hanno espresso preoccupazione per l’inadeguatezza delle misure adottate nel caso di Chiara. I rappresentanti di queste associazioni richiedono maggiore attenzione e impegno per proteggere chi si trova in situazioni simili, affinché non si verifichino più tragedie come quelle temute da Chiara stessa.

La risposta pubblica e la necessità di riforme

Il caso di Chiara Balistreri ha ricevuto un’attenzione considerevole sui media e sui social, mettendo in evidenza il bisogno urgente di interventi legislativi e procedurali per tutelare le vittime di violenza in Italia. Mentre le indagini continuano e la giovane cerca di ricostruire la sua vita, molte persone chiedono che il sistema di protezione sia rivisto, con un’applicazione più rigida delle misure di sicurezza per prevenire la recidiva degli aggressori e proteggere le vittime.

Chiara, attraverso i suoi video e le sue testimonianze, ha dato voce a una problematica che interessa molte altre donne, incoraggiando una riflessione su come la società e le istituzioni possano fare di più per garantire la sicurezza delle vittime di violenza domestica, affinché tragedie simili non si ripetano.



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