Chiara arrestata a Parma per omicidio: uno dei suoi neonati è scomparso dissanguato a causa del taglio del cordone ombelicale



Un grave caso di cronaca sta scuotendo la comunità di Parma, dove Chiara, una giovane di 21 anni, è stata arrestata con l’accusa di omicidio di uno dei suoi neonati e occultamento del cadavere dell’altro. La tragica vicenda si è svolta tra Vignale di Traversetolo e il resto del Parmense, e sta suscitando un grande sgomento tra amici, familiari e la collettività.



Secondo quanto comunicato dal Procuratore di Parma, il secondo bambino, partorito lo scorso agosto, era nato vivo, come evidenziato dall’autopsia che ha confermato che il piccolo aveva compiuto “atti respiratori validi”. La causa della sua morte è attribuita a uno shock emorragico dovuto alla recisione del cordone ombelicale, avvenuta senza la necessaria costrizione meccanica dei vasi sanguigni. Gli inquirenti hanno specificato che il taglio del cordone, non accompagnato dalla chiusura delle arterie e della vena, ha provocato una rapida anemia e, infine, il decesso del neonato.

Il procuratore Alfonso d’Avino ha descritto la situazione come “drammatica”, evidenziando il dolore di due innocenti che non hanno potuto vivere dopo essere venuti al mondo. Si è detto anche colpito dalla condizione della famiglia della giovane, che mai avrebbe immaginato una simile tragedia, e dal fidanzato che ha dovuto affrontare la triste realtà di due perdite senza averne mai avuto coscienza. Anche Chiara, ora in difficoltà nel comprendere quanto accaduto, dovrà affrontare le sue responsabilità legali, che potrebbero rivelarsi complesse.

Secondo l’accusa, Chiara avrebbe partorito entrambi i neonati in casa, seppellendoli poi nel giardino della residenza di famiglia, dove i corpi sono stati ritrovati solo di recente. Il primo bambino, partorito più di un anno fa, non presenta ancora una causa di morte chiara, per questo l’accusa nei suoi confronti consiste solo nell’occultamento del cadavere. Il giudice delle indagini preliminari ha ritenuto opportuno disporre arresti domiciliari per la ragazza, considerando la sua precedente esperienza in libertà e ritenendo che la sorveglianza da parte dei familiari conviventi possa garantire un adeguato controllo della situazione.

L’indagine continua, e gli italiani seguono con attenzione gli sviluppi di un caso che solleva interrogativi profondi sul valore della vita e sulle conseguenze delle scelte compiute da chi si trova in situazioni delicate. La comunità è in attesa di chiarimenti da parte delle autorità e di una giustizia che, sperano, possa portare a una qualche forma di risposta per le famiglie coinvolte.



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