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“Chi era in realtà quell’uomo?”. Ladro ucciso a Viareggio, una situazione folle: ci sono voluti giorni per capire chi fosse realmente



Ladro ucciso a Viareggio, una storia incredibile: ci sono voluti giorni per rivelare la vera identità della vittima.



Nell’episodio che ha sconvolto Viareggio, emerge una svolta drammatica riguardo l’identità dell’uomo investito dalla donna alla quale aveva rubato la borsa. Si tratta di Nourdine Naziki, un marocchino di 52 anni originario di Casablanca, ucciso tra l’8 e il 9 settembre. La tragedia si è svolta nel centro della città, dove Naziki è stato schiacciato contro una vetrina dall’auto di Cinzia Dal Pino, un’imprenditrice balneare di 65 anni attualmente agli arresti domiciliari. L’intervento della donne, che ha investito Naziki ripetutamente, ha sollevato gravi interrogativi sulla sua vera identità: inizialmente era stato scambiato per un’altra persona, Said Malkoun, quando in realtà si trattava di Naziki, già noto alle forze dell’ordine.

L’indagine sulla vera identità

Solo dopo numerose ore di confusione, la verità su Nourdine Naziki è emersa grazie al passaparola tra amici e membri della comunità musulmana locale. Questi ultimi, per risalire alla vera identità della vittima, hanno dovuto contattare i familiari in Marocco. Da questo incontro è emerso un “curriculum” di Naziki, che ha messo in luce un preoccupante profilo criminale.

Contrariamente alle prime informazioni diffuse, Cinzia Dal Pino non ha investito Said Malkoun, ma Naziki, un uomo già sotto osservazione delle forze dell’ordine di Viareggio. Naziki era infatti conosciuto per il suo comportamento, con molte segnalazioni che avevano portato le autorità a richiedere il suo rimpatrio. Tuttavia, come spiegato dalla questura di Lucca, tali richieste non erano state autorizzate dalle competenti autorità e Naziki era rimasto a continuare le sue attività illecite senza timore di conseguenze legali.

Le conseguenze della tragedia

In seguito alla morte di Nourdine, la Procura di Lucca ha avviato un’indagine, incaricando il medico legale Stefano Pierotti di eseguire l’autopsia. Questo esame, svolto il 12 settembre, ha confermato la presenza di lesioni gravi e traumi compatibili con un investimento ripetuto. Attualmente, il corpo di Naziki sarà restituito ai familiari in modo da permettere il rito funebre musulmano, seguito dal rimpatrio in Marocco.

La comunità musulmana di Viareggio, insieme ai familiari in Marocco, sta chiedendo giustizia per Nourdine, mentre il caso procederà attraverso i meccanismi del tribunale. La tragica morte di Naziki non solo solleva interrogativi sulla gestione della ** sicurezza pubblica**, ma mette anche in evidenza le difficoltà affrontate dalle persone vulnerabili in situazioni simili.

Questa vicenda ha sollevato un accesso dibattito riguardo l’immigrazione e la sicurezza, e molti si interrogano su come possano simili eventi ripetersi nella società contemporanea. La comunità di Viareggio si sente colpita da questa tragedia, mentre la ricerca della verità continua a sollevare interrogativi e tensioni più ampie all’interno della città e oltre.



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