Donata Giacometti, una donna conosciuta per il suo impegno nella comunità e la dedizione alla famiglia, è deceduta tragicamente a 45 anni dopo un calvario ospedaliero, sollevando interrogativi e indagini.
Donata Giacometti, una vita dedicata alla famiglia e agli altri
Donata Giacometti era una madre di quattro figli che viveva a Vicenza con il marito Nicola, un noto musicista della zona. A 45 anni, la sua vita si è spezzata in seguito a una serie di eventi drammatici avvenuti tra due strutture ospedaliere. Non avendo patologie pregresse, il suo marito ha presentato un esposto alla Procura, avviando un’inchiesta per omicidio colposo. Gli inquirenti devono chiarire la dinamica di una vicenda che ha avuto inizio il 7 giugno, culminando tragicamente il 9 dello stesso mese.
La donna è entrata al pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo accusando terribili dolori all’addome e con valori ematici che suggerivano un’appendicite, ma questa diagnosi iniziale è stata esclusa. Nonostante ciò, Donata ha atteso ben cinque ore prima di essere trasferita all’ospedale San Bonifacio, dove la sua salute ha rapidamente declinato fino a portarla a una morte per setticemia. Il marito si è sempre chiesto se un intervento più tempestivo avrebbe potuto salvarla, un dubbio che solleva interrogativi inquietanti sulle procedure di emergenza e la gestione dei pazienti negli ospedali.
Chi era Donata Giacometti
Nel vicentino, Donata era conosciuta per il suo impegno nella comunità Papa Giovanni XXIII, dove sia lei che il marito partecipavano attivamente a iniziative di solidarietà. La sua dedizione verso gli altri si era materializzata in un progetto audace: la creazione di una casa famiglia per ospitare bambini e ragazzi in difficoltà. Nel 2023, aveva dato vita allo spettacolo “L’Armonia dell’Accoglienza”, un’iniziativa per raccogliere fondi e trasformare l’ex canonica di Bertesina in un luogo di accoglienza.
Donata era anche un’ex pattinatrice artistica e aveva una formazione musicale: aveva studiato pianoforte al Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza, prima di conseguire la laurea in Scienze dell’Educazione all’ Università di Padova e in Scienze Religiose al seminario di Vicenza. Per molti anni, aveva insegnato Religione nelle scuole elementari, per poi decidere, dopo un confronto con il marito, di dedicarsi completamente alla sua famiglia. La sua scelta di diventare una madre a tempo pieno è stata motivata da una profonda convinzione che la vera gioia risiedesse nell’accoglienza e nella cura delle persone.
“Ho sentito profondamente nel cuore che la vera gioia era per me quella di dedicarmi in modo gratuito e soprattutto totalmente alle persone che avremo accolto in casa”, ha scritto Donata sul sito legato al suo progetto. La sua vita, purtroppo, è stata interrotta bruscamente, lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia e nella comunità che l’ha conosciuta e apprezzata per il suo altruismo e la sua passione per gli altri.
La tragedia di Donata Giacometti non è solo una storia di perdita, ma un campanello d’allarme sulle carenze potenziali nel sistema sanitario e l’importanza di attuare cambiamenti significativi per garantire una cura tempestiva e adeguata a tutti i pazienti. Oggi, mentre la sua famiglia e i suoi amici ricordano la sua vita, la questione rimane aperta: che cosa è andato storto in ospedale e quali misure saranno adottate per evitare che tragedie simili accadano in futuro?
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