Nato il 7 marzo 1872 ad Amersfoort, nei Paesi Bassi, Piet Mondrian emerge come figura centrale nell’evoluzione dell’arte astratta e del neoplasticismo. Figlio di un calvinista rigido, il suo percorso artistico inizia all’Accademia di Belle Arti di Amsterdam, ma è l’incontro con le teorie teosofiche nel 1899 a segnare una svolta cruciale.
Esplorazione Artistica a Parigi e Fondazione di De Stijl
Attratto dal Cubismo durante il suo soggiorno a Parigi nel 1911, Mondrian riconosce il suo ruolo nel liberare il ritmo artistico. Nel 1912, firmandosi solo “Mondrian,” abbandona simbolicamente le sue radici olandesi. Nel 1917, con Theo Van Doesburg, co-fonda il gruppo e la rivista De Stijl, promuovendo i principi del neoplasticismo.
Olanda, Astrattismo e Guerra Mondiale
La Prima Guerra Mondiale lo trattiene in Olanda fino al 1919, momento in cui ritorna a Parigi. Le sue ricerche pittoriche si orientano verso l’astrattismo, simboleggiato da un albero che collega terra e spazio. Nel 1920, inizia a utilizzare rigorose griglie di linee nere definendo piani di colore puro.
Nuove Influenze e Trasferimento a New York
Negli anni ’30, Mondrian si unisce a gruppi come Cercle et Carré e Abstraction-Création. Nel 1940, lascia Parigi per gli Stati Uniti, sostituendo la riga nera con fasce di piccoli rettangoli colorati a New York. Opere come “Molo e oceano” (1915) e “Broadway Boogie-woogie” (1942) testimoniano la sua evoluzione dinamica e cromatica.
Dal Cubismo all’Astrattismo Neoplasticista
Inizialmente influenzato da Simbolismo e Cubismo, Mondrian abbraccia gradualmente l’astrattismo e il neoplasticismo. La sua pittura diventa sempre più geometrica e asimmetrica, fondendo i tre colori primari con forme rettangolari. La sua ultima fase a New York mostra una vibrante dinamicità cromatica in opere come “Broadway Boogie-woogie.”
Eredità Duratura
Mondrian, accostatosi alla teosofia, vede nell’arte il ponte tra uomo e universo. La sua visione rigida e geometrica dell’arte, con colori primari e forme nette, ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia dell’astrattismo. La sua influenza persiste, e opere come “Broadway Boogie-woogie” riflettono la sua continua sperimentazione fino alla fine della sua carriera nel 1944.
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