La scomparsa di Totò Schillaci ha lasciato un vuoto nel cuore degli italiani, che ricordano il suo straordinario contributo ai Mondiali di Italia ’90 e il suo spirito genuino
La notizia della morte di Totò Schillaci, avvenuta all’età di 59 anni, ha suscitato grande commozione tra gli italiani, non solo tra i fan del calcio. Totò è stato il volto simbolo della Nazionale azzurra che nel 1990 provò a conquistare il titolo mondiale. Sotto la guida del CT Azeglio Vicini, quella squadra ha fatto sognare una nazione intera. Il capocannoniere di quel torneo, Schillaci, è ricordato come l’eroe di quelle Notti Magiche. Beppe Bergomi, il capitano di quella squadra, ha dedicato parole di affetto e ammirazione a Fanpage.it, nei quali ha condiviso la sua esperienza con l’attaccante.
Qual è il tuo ricordo di Totò Schillaci?
“Ho avuto il privilegio di giocare con lui sia in Nazionale che all’Inter”, ha raccontato Bergomi. “Quella Nazionale era un gruppo straordinario, unito da un forte spirito di fratellanza. Totò aveva un cuore d’oro, era un vero eroe popolare. La gente lo amava, e non era come oggi, quando si tende a identificare i calciatori con le loro squadre di club. Totò ha rappresentato un simbolo di unità per il paese. Era un uomo semplice, una persona per bene, esempio da seguire per tutti noi.”
Che rapporto avevi con lui?
“L’ultima volta che l’ho incontrato era con suo figlio. Quando ci si vedeva, c’era sempre una bellissima stima reciproca e un desiderio di trascorrere tempo insieme. Schillaci era davvero una creatura gentile”, ha aggiunto Bergomi, sottolineando la sincerità dei loro rapporti. “Non ci sentivamo spesso, ma ricordo un incontro allo stadio di Torino durante una partita che commentavo.”
Totò Schillaci: da leggenda a realtà
Schillaci è emerso come l’eroe indiscusso dei Mondiali del 1990, coinvolto all’ultimo secondo nella formazione, trasformandosi in un protagonista di straordinaria importanza. “Era senza dubbio un ottimo calciatore”, ha detto Bergomi. “La sua performance, dal primo goal contro l’Austria fino alla finale per il terzo posto contro l’Inghilterra, lo ha portato a diventare il capocannoniere. Quello è stato il momento delle sue ‘Notti Magiche’. Sebbene non abbiamo vinto il torneo, abbiamo lasciato un segno indelebile, giocando un grande calcio.”
“Il Mondiale porta alla ribalta calciatori inaspettati,” ha continuato Bergomi. “Proprio come Paolo Rossi nel 1978, o io nel 1982, Totò si è fatto notare nel 1990. Ci sono giocatori che fanno la differenza nei momenti decisivi.”
Un ricordo indelebile: la magia di Totò
“Stamani ho rivisto i goal di Totò ai Mondiali,” ha ricordato Bergomi. “Quello che mi ha colpito di più è stato il suo primo gol contro l’Austria, quando lo abbracciai dopo la rete che segnò di testa. Era un modo unico di calciare: con il piede piccolo, il pallone seguiva traiettorie imprevedibili, dando vita a momenti straordinari. Ha segnato con grande astuzia, come mostrano le sue reti contro Argentina, Uruguay e Irlanda.”
La reazione dei compagni in chat
Beppe Bergomi ha anche menzionato la chat di WhatsApp creata con i compagni della Nazionale che ha partecipato ai Mondiali ‘90: “Quando abbiamo sentito la notizia, tutti sono intervenuti nella chat intitolata ‘Notti Magiche’. Ci volevamo davvero bene. Franco Baresi ha condiviso un bel video in memoria di Totò, mentre Tacconi ha postato un abbraccio avuto con lui a fine partita. Tutti hanno aggiunto una frase o un video. In queste ore, ci siamo tutti interrogati su come stesse, sperando in notizie positive.”
Conclusione: Un’icona che vivrà per sempre
Totò Schillaci non è solo un nome legato a una generazione di calciatori, è un simbolo per molti italiani. Con la sua scomparsa, una parte della storia del calcio italiano se n’è andata, ma il suo impatto rimarrà per sempre nei cuori degli appassionati e nella memoria collettiva. Le “Notti Magiche” di Totò saranno sempre celebrate, ricordando il calore umano e la passione per lo sport che ha unito il nostro paese in quei momenti magici.
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