Un episodio che suscita polemiche ha avuto luogo in un campeggio del Veneto, dove il bagnino Saverio Amato, 44 anni, ha ricevuto una multa di oltre mille euro dopo aver soccorso una turista di 70 anni, di origine slovacca, senza informare tempestivamente la Capitaneria di Porto. L’episodio risale al 3 settembre. La reazione della famiglia della donna soccorsa è stata di grande gratitudine: si sono offerti di sostenere economicamente la sanzione, ma la proposta è stata rifiutata poiché la struttura in cui lavora Amato sta già intervenendo per risolvere la situazione.
La figlia della donna salvata ha espresso il proprio riconoscimento nei confronti di Amato, dichiarando al Gazzettino: “I bagnini hanno salvato la vita a mia madre. Non dimenticheremo mai il loro intervento. Se oggi sta bene è merito della prontezza di tutti i servizi di emergenza. Comprendo che ogni professione ha le sue procedure, ma la vita umana deve sempre essere prioritario”.
Il messaggio è chiaro: “Dovremmo fare in modo che questi professionisti non si sentano in pericolo per le loro decisioni. Se non ci fosse possibilità di salvataggio senza timore di sanzioni, il rischio è che nessuno si assuma più la responsabilità di soccorrere gli altri”.
Da parte sua, Saverio Amato ha ribadito nell’intervista al Corriere della Sera: “Se potessi tornare indietro, agirei nello stesso modo mille volte. È fondamentale collaborare con la Capitaneria, non essere in conflitto”. Con quasi tre decenni di esperienza e 18 anni di attività nel Veneto, il bagnino ha spiegato: “Pur essendo esperti della professione, noi e i nostri colleghi viviamo in uno stato di ansia. Ogni volta che dobbiamo effettuare un intervento, ci pensiamo due volte. Conosciamo le normative, ma la salute delle persone deve venire prima di tutto”.
Amato, non ancora deciso se presentare ricorso, ha espresso il suo rammarico: “Il problema non è solo economico, anche se la multa ammonta a due terzi del mio stipendio. La vera ferita è quella morale, una profonda amarezza per non aver ricevuto il giusto riconoscimento per un gesto che ha avuto come unico obiettivo quello di salvare una vita“. La situazione ha sollevato un ampio dibattito sull’equilibrio tra norme e interventi umanitari, mettendo in luce le difficoltà che affrontano i professionisti della sicurezza in situazioni di emergenza.
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