Un recente attacco aereo israeliano ha colpito il campo profughi di Nuseirat nella Striscia di Gaza, causando la morte di Khaled Nabhan, un uomo che aveva commosso il mondo lo scorso anno con il suo addio alla nipote Reem, di tre anni, uccisa in un precedente bombardamento. Il video in cui Khaled, in lacrime, cullava il corpo senza vita della piccola, definendola “anima della mia anima”, aveva raccolto centinaia di migliaia di visualizzazioni sui social network ed era stato ripreso dai media internazionali. La bambina era stata uccisa insieme al fratellino Tarek, di cinque anni, nel novembre del 2023.
Secondo quanto riportato da Al Jazeera, Khaled Nabhan è deceduto in un raid aereo dell’IDF che ha colpito la casa della famiglia Abu Hajar. L’agenzia di stampa palestinese Wafa riferisce che almeno altre quattro persone, tra cui un bambino, sono state uccise nell’attacco. Dopo la perdita dei suoi nipoti, Nabhan aveva dedicato il suo tempo ad aiutare soccorritori e medici, prendendosi cura in particolare dei bambini feriti. Attivisti per i diritti dei palestinesi e organizzazioni per i diritti umani hanno reso omaggio alla sua figura, ricordando il suo legame con Reem e le sue opere caritatevoli nei mesi successivi alla sua perdita.
Muhammad Shehada, scrittore di Gaza, ha scritto sui social media: “Hanno prima ucciso sua nipote, ‘l’anima della sua anima’, poi bombardato la casa della sua famiglia, e ora lo hanno assassinato in pieno giorno con totale impunità”. Omar Suleiman, attivista palestinese-americano, ha descritto Nabhan come una figura angelica che, nonostante i dolori personali, portava conforto a chi ne aveva bisogno: “Un uomo con una presenza angelica, sorrideva di fronte al genocidio, attraversando ospedali e campi per alleviare la sofferenza delle persone nonostante il suo dolore”.
Il campo profughi di Nuseirat è stato spesso bersaglio di attacchi aerei. Il 12 dicembre 2024, almeno 33 palestinesi sono stati uccisi e decine feriti quando aerei da guerra israeliani hanno bombardato un edificio e diverse case nel campo.
Il 13 dicembre 2024, un attacco aereo israeliano ha colpito il campo, uccidendo almeno 36 persone, molte delle quali membri della famiglia al-Sheikh Ali.
Questi attacchi hanno suscitato indignazione a livello internazionale, con organizzazioni per i diritti umani che denunciano l’uccisione di civili e la distruzione di infrastrutture essenziali.
La morte di Khaled Nabhan aggiunge un ulteriore capitolo alla tragica storia della Striscia di Gaza, dove le famiglie continuano a subire perdite devastanti a causa del conflitto in corso. La sua dedizione nel sostenere i feriti e i vulnerabili, nonostante il suo dolore personale, rimane un testamento della resilienza e dell’umanità presenti anche nei momenti più bui.
Le continue ostilità nella regione hanno portato a un aumento significativo delle vittime civili, con numerosi attacchi che hanno colpito aree densamente popolate come i campi profughi. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per l’escalation della violenza e ha sollecitato entrambe le parti a cercare una soluzione pacifica al conflitto.
Nel frattempo, le organizzazioni umanitarie continuano a lavorare sul campo per fornire assistenza ai feriti e alle famiglie colpite, nonostante le difficoltà derivanti dalle operazioni militari in corso. La situazione umanitaria a Gaza rimane critica, con carenze di beni di prima necessità e servizi medici sovraccarichi.
La storia di Khaled Nabhan e della sua famiglia mette in luce le profonde sofferenze vissute dai civili nella Striscia di Gaza e sottolinea l’urgenza di trovare una soluzione duratura che ponga fine alle violenze e garantisca sicurezza e dignità a tutte le persone coinvolte.
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