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Angela Carini dopo le controversie annuncia l’addio alla boxe



L’atleta italiana, in un’intervista alla Stampa, ha dichiarato di avere il cuore a pezzi, ma di uscire a testa alta. Questo non rappresenta una vergogna, bensì un segno di dignità. Attualmente, annuncia la sua decisione di dire addio alla boxe.



Angela Carini ha espresso un profondo rispetto per Imane Khelif come atleta, dichiarando di non avere titolo per giudicarla. “Esco a testa alta. Ora saluto la boxe”, ha affermato Carini in un’intervista alla Stampa. La pugile azzurra ha interrotto il suo incontro contro l’algerina Khelif dopo soli 46 secondi e ha ulteriormente spiegato le ragioni del suo ritiro: “Non me la sono più sentita di continuare a combattere dopo meno di un minuto. Ho subito un colpo al naso, ho perso l’equilibrio e ho avuto difficoltà a respirare, quindi ho deciso di fermarmi.”

RIFLESSIONE SUL NON SALUTO

“Ho voluto salire sul ring. Pensavo a mio padre, che per me rappresenta un esempio di vita, e anche agli sforzi che ho compiuto per arrivare qui. Questa era la mia Olimpiade e desideravo percorrere l’ultimo chilometro,” ha ribadito l’atleta al quotidiano La Stampa. “Non sono nessuno per giudicare. Non sono in posizione di prendere decisioni. Se questa ragazza è qui, ci sarà un motivo. Ho combattuto e sono salita sul ring, come dovevo fare. Nessuna contestazione, mi conformo alle regole. Mio padre ha voluto questo, lo faccio. Dio ha voluto questo, lo faccio. Va bene così. Per quanto riguarda il mio non saluto? Ho commesso un errore; sono scesa dal ring per rabbia, ma non verso la mia avversaria,” ha aggiunto Carini al quotidiano piemontese.

Carini ha rinnovato il suo rispetto nei confronti di Imane Khelif come atleta, riaffermando di non avere diritto di giudicare.

NON PROVO VERGOGNA, DICO ADDIO ALLA BOXE

“Il naso mi provoca un forte dolore. Ho il cuore a pezzi. Sono una combattente, mio padre mi ha insegnato ad essere una guerriera. Salgo sul ring con la determinazione e la passione necessaria. Non provo affatto vergogna e, in tal caso, di cosa dovrei vergognarmi? Perché avrei dovuto sentirmi in colpa per essermi arresa, non avendo avuto la possibilità di combattere? Questo non è vergogna, anzi. Attualmente? Dico addio alla boxe.”



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