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Opzione Donna 2024: anticipazioni e cambiamenti, chi potrà andare in pensione



Nell’ambito delle possibili novità previste per la Manovra 2024, si sta considerando un’estensione degli incentivi legati all’“Opzione Donna”, un programma che potrebbe subire importanti modifiche. L’obiettivo è chiaro: permettere a un gruppo specifico di beneficiari di anticipare l’età pensionabile da 60 a 58 anni. Ecco cosa sta cambiando e chi potrebbe essere coinvolto.



Chi Sarebbero i Beneficiari?

Il piano attuale prevede di rimuovere il requisito legato ai figli per consentire questa anticipazione dell’età pensionabile. In particolare, i tre gruppi di beneficiari specifici che potrebbero godere di questa agevolazione sono:

  1. Coloro che si occupano di assistenza (caregiver): Persone che dedicano il loro tempo a prendersi cura di familiari o parenti in situazioni di difficoltà.
  2. Individui con disabilità almeno al 74%: Chiunque presenti una disabilità grave potrebbe beneficiare di questa nuova regola.
  3. Persone licenziate o dipendenti da aziende in difficoltà finanziarie: L’anticipazione dell’età pensionabile potrebbe rappresentare un sollievo per coloro che hanno perso il lavoro a causa di difficoltà economiche aziendali.

Le Altre Possibili Modifiche

Oltre a queste novità legate all’Opzione Donna, sembra che ci siano altre modifiche in vista nel mondo delle pensioni. Ad esempio, sembra probabile che si prolongherà la cosiddetta “quota 103”, che consente di accedere alla pensione con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi.

Inoltre, il Governo sta valutando la possibile estensione del programma “Ape social” e sta cercando modi per agevolare il riscatto della laurea, con un’attenzione particolare ai giovani.

Le Dichiarazioni del Sottosegretario Durigon

Il sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, Claudio Durigon, ha recentemente delineato il piano del governo. Ha dichiarato: “L’obiettivo attuale è confermare la ‘quota 103’, la ‘quota 41’ con 62 anni di età e esplorare le possibilità di espansione dell’Ape social”.

Riguardo all’Opzione Donna, Durigon ha sottolineato l’importanza di supportare le donne, riconoscendo che in passato c’è stato un notevole impegno finanziario. Tuttavia, il nuovo approccio punta a una gestione più oculata, poiché si è registrata una riduzione del 30% dei costi.

Requisiti Più Rigidi

Da notare che, con la Legge di Bilancio del 2023, sono stati introdotti requisiti più rigorosi per l’accesso all’Opzione Donna. L’età anagrafica richiesta è stata innalzata a 60 anni, con la possibilità di abbassarla a 59/58 anni se si hanno uno/due o più figli. Inoltre, oltre ai requisiti anagrafici e contributivi (35 anni), è stata aggiunta una “condizione soggettiva”.

Questa condizione richiede che la lavoratrice abbia svolto assistenza a un coniuge o a un parente di primo grado o affine convivente con handicap in situazione di gravità per almeno sei mesi. In alternativa, deve avere un’invalidità civile di almeno il 74%, oppure deve risultare licenziata o dipendente da imprese in crisi.

Questi requisiti più rigorosi hanno portato a una significativa riduzione del numero di nuove pensioni “Opzione Donna”. Nel primo semestre del 2023, secondo i dati dell’Inps, sono state concesse solo 7.536 pensioni di questo tipo, rispetto alle 24.559 del 2022. La stragrande maggioranza di coloro che hanno scelto questa opzione riceve una pensione mensile inferiore a mille euro.



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