Nuovi sviluppi nelle indagini sull’incidente mortale
L’indagine sulla tragedia di Casal Palocco, che ha causato la morte del giovane Manuel, continua ad approfondirsi. Emergono ora ulteriori dettagli sulla vita dei membri del famoso gruppo di youtuber chiamato “The Borderline”, i quali rischiano ora un processo per omicidio stradale.
La passione di Matteo Di Pietro per le auto e l’incontro con il padre Paolo
Partiamo dal primo indagato, Matteo Di Pietro, un ragazzo di 20 anni che si trovava alla guida del SUV Lamborghini Urus coinvolto nell’incidente con la Smart in cui viaggiavano Manuel, sua madre Elena Uccello e sua sorella Aurora, di soli quattro anni. L’incidente è avvenuto mentre gli youtuber stavano girando un video-challenge all’interno dell’auto dal titolo “50 ore in Lamborghini”.
Il padre di Matteo, Paolo Di Pietro, è stato identificato come un dipendente del Quirinale, secondo quanto dichiarato dal legale dell’indagato, Francesco Consalvi, al Corriere della Sera. Ci sono voci che suggeriscono che Paolo sia coinvolto in mansioni amministrative presso una delle residenze del presidente della Repubblica, la tenuta di Castel Porziano. Sebbene l’età e il ruolo preciso di Paolo non siano noti, è risaputo che condivide con suo figlio la passione per le auto sportive, in particolare per le Ferrari.
Un video che svela il desiderio di guidare una Ferrari
In un video dei “The Borderline” intitolato “Realizzo 10 Sogni dei miei Amici”, Matteo Di Pietro si impegna a realizzare i sogni più stravaganti dei suoi migliori amici. Uno degli spezzoni del video mostra Matteo accompagnare suo padre presso una concessionaria, diversa da quella in cui è stata noleggiata la Lamborghini Urus, per permettergli di guidare una Ferrari per 24 ore. Paolo sceglie una “Portofino” bianca e, emozionato, bacia l’auto sul cofano affermando che è uno spettacolo. Rivolgendosi al figlio, scherza dicendo: “Grazie ‘papà’, sei un grande”. Nel filmato, i due appaiono soddisfatti e Matteo commenta con un sorriso: “Purtroppo qui in città non possiamo andare velocissimi, ma va bene così”.
La difesa di Matteo Di Pietro
L’avvocato Consalvi ha delineato gli elementi su cui baserà la difesa del giovane indagato. In primo luogo, sottolinea che dalle foto dell’incidente risulta che la conducente della Smart viaggiava sulla corsia opposta rispetto alla Lamborghini, e quindi sarebbe spettato a lei dare la precedenza. In secondo luogo, si pone la questione dei test sulle sostanze stupefacenti e sull’alcol. Sebbene Di Pietro sia risultato positivo ai cannabinoidi dopo l’incidente, l’avvocato nega tale circostanza, affermando che non ci sono tracce di sostanze stupefacenti nel suo cliente. Secondo Consalvi, se fosse stato diversamente, le autorità giudiziarie avrebbero preso provvedimenti più drastici.
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