Alessandro Impagnatiello e la sua confessione choc
Dal 31 maggio, Alessandro Impagnatiello si trova dietro le sbarre per l’omicidio brutale della sua compagna, Giulia Tramontano, incinta al settimo mese. Una motivazione assurda è stata addotta da Impagnatiello per giustificare il suo gesto: lo stress causato dalla situazione in cui si era trovato. Dopo un lungo interrogatorio notturno, gli inquirenti hanno definito Alessandro Impagnatiello un “narcisista manipolatore”.
La decisione della Gip e le circostanze dell’omicidio
È stato il Gip Angela Minerva a convalidare l’arresto di Alessandro Impagnatiello e a disporre la custodia cautelare in carcere presso San Vittore, a Milano. L’aggravante della premeditazione è stato escluso, così come quello della crudeltà, anche se sono stati riconosciuti i futili motivi e il vincolo sentimentale. Vi è un motivo specifico per l’esclusione di questi due elementi.
Alessandro Impagnatiello in carcere e i rischi che affronta
A causa della gravità del reato commesso, Alessandro Impagnatiello è stato isolato dagli altri detenuti e collocato in un’ala speciale, riservata alle persone considerate a rischio. Ci sono diversi pericoli legati alla sua situazione. Da un lato, potrebbe subire aggressioni da parte degli altri detenuti, dall’altro potrebbe tentare di togliersi la vita. Quest’ultima eventualità era già emersa durante l’ultimo interrogatorio prima della custodia cautelare.
La confessione di Alessandro Impagnatiello
Durante l’interrogatorio, Alessandro Impagnatiello avrebbe espresso la volontà di togliersi la vita come unica forma di pentimento che reputa adeguata in quel momento. Secondo quanto riportato dal suo avvocato, il trentenne avrebbe dichiarato: “Il suicidio è l’unica forma di pentimento che ritiene corretta in questo momento, l’unica che abbia senso. L’ha ribadito più volte durante la scorsa notte”.
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