La comunità è sconvolta dalla recente scomparsa di Kataleya, una bambina di soli 5 anni, avvenuta il 10 giugno. Un testimone oculare ha fornito un resoconto scioccante, affermando di aver visto un uomo portar via la piccola e dirigersi verso un edificio vicino. Questa testimonianza ha dato il via a una massiccia operazione di ricerca nello stabile, ma purtroppo non sono state trovate tracce di Kata. Tuttavia, emergono nuove ipotesi legate a un possibile coinvolgimento di vendetta correlata a un atto di violenza subito da una quindicenne. Le indagini continuano in questa direzione, aprendo un nuovo scenario per gli investigatori.
Una vendetta legata alla violenza
Secondo quanto riferito dagli occupanti dello stabile, un ex hotel Astor ora occupato da sudamericani e romeni, compresa la famiglia peruviana di Kata, la scomparsa della bambina potrebbe essere collegata a una spirale di violenza scatenata all’interno della comunità. La situazione si è aggravata a seguito di un presunto episodio di stupro subito da una quindicenne, anch’essa peruviana, che avrebbe coinvolto membri della stessa comunità. Sebbene non ci siano denunce ufficiali riguardo a tale evento, si ipotizza che il padre della vittima dello stupro abbia orchestrato la sparizione di Kata come forma di vendetta, prendendo tutto il tempo necessario per pianificare l’azione senza lasciare tracce. Questa teoria, sebbene al momento priva di conferme, rappresenta un nuovo filone di indagine per gli inquirenti.
La testimonianza sconcertante
Una donna, compagna del peruviano che ha tentato il suicidio lanciandosi dal secondo piano dello stabile a seguito di un agguato, ha raccontato un episodio che potrebbe essere legato alla vicenda. Secondo la sua testimonianza, si è verificata una lite tra uno dei capi dell’occupazione e sua figlia. Durante l’assemblea degli occupanti, si è discusso di uno stupro subito da una quindicenne peruviana esterna alla comunità. Si è sostenuto che la giovane sia stata trascinata all’interno dell’edificio da persone del posto, forse in stato di ubriachezza. Da quel momento, la tranquillità è svanita e il caos ha dominato. Questo episodio si è verificato durante il periodo in cui Kata è scomparsa, lasciando spazio a ipotesi inquietanti sulle connessioni tra i due eventi.
La ricostruzione degli eventi
Come suggerito dagli occupanti, il padre della giovane vittima dello stupro potrebbe aver agito in rappresaglia per l’offesa subita, pianificando attentamente la sparizione di Kata. Nel frattempo, le tensioni all’interno dello stabile sono salite, con reciproche accuse tra i residenti. La famiglia peruviana, in particolare, ha accusato alcuni connazionali di averli tormentati dopo che hanno smesso di pagare per la stanza occupata. Queste tensioni hanno portato alla luce un post minaccioso su Facebook, pubblicato da un altro occupante dell’ex hotel Astor, che ha scritto: “Ricordatevi che in Perù avete una famiglia”. Nessun dettaglio viene trascurato durante le indagini, che coinvolgono anche gli edifici circostanti. I carabinieri hanno effettuato controlli dettagliati, fotografando e identificando tutti i presenti nello stabile, allargando inoltre la ricerca ad altri edifici nelle vicinanze.
L’esperienza traumatica del fratellino
Nel frattempo, il fratellino di Kata, un bambino di 8 anni, è stato ascoltato in Procura con l’aiuto di uno psicologo. Durante l’interrogatorio, il bambino avrebbe menzionato la presenza di uomini sconosciuti che sarebbero arrivati con dei palloncini nel cortile dell’hotel Astor poco prima della sparizione di Kata. Tuttavia, queste informazioni non hanno trovato riscontri concreti. Allo stesso modo, un’altra pista che suggeriva la presenza di Kata su un autobus a Bologna si è rivelata infondata.
La scomparsa di Kata resta un mistero angosciante per la comunità. Le indagini continuano, seguendo nuove ipotesi legate a una possibile vendetta in risposta a un presunto stupro subito da una quindicenne peruviana. La polizia sta esaminando attentamente tutti gli elementi, compresi i conflitti e le tensioni all’interno dello stabile occupato. La speranza è che queste indagini portino alla luce la verità e restituiscano la piccola Kata alla sua famiglia, che vive momenti di dolore e preoccupazione.
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