Nel tragico caso di Marisa Leo, l’omicidio non è stato un gesto impulsivo. Angelo Reina, l’ex partner che ha tragicamente perso la vita, aveva pianificato con cura ogni dettaglio di questo terribile evento. Ciò che rende questa storia ancor più scioccante è il fatto che l’uomo ha usato la figlia che aveva in comune con Marisa per attirarla in una trappola mortale.
La Promessa Ingannevole
Quella che sembrava essere una richiesta innocente si è trasformata in un piano macabro. Angelo Reina, imprenditore di 42 anni, aveva invitato Marisa Leo a prendere la loro bambina presso la sua azienda intorno alle cinque e mezza del pomeriggio. Questa richiesta apparentemente innocua ha ingannato Marisa, poiché negli ultimi tempi i due stavano cercando di stabilire un rapporto civile, tutto per il bene della loro adorata figlia.
La Trappola si Chiude
La crudele realtà emerse quando Marisa arrivò puntualmente all’appuntamento. Invece di trovarsi faccia a faccia con la sua bambina, si è trovata di fronte una carabina calibro 22 nelle mani di Angelo Reina. Senza esitazione, l’uomo ha aperto il fuoco, mirando all’addome della donna. Tre colpi mortali hanno sigillato il destino di Marisa Leo, che ha perso la vita sul posto.
La Fuga e il Dramma Finale
Dopo l’omicidio di Marisa Leo, Angelo Reina ha compiuto un atto disperato. Ha vagato senza meta per ben due ore, fino a giungere su un cavalcavia tra Alcamo e Castellammare. Qui, un camionista di passaggio è stato testimone del tragico epilogo: Reina si è puntato la carabina in bocca e ha sparato, mettendo così fine alla sua stessa vita.
Un Passato di Ossessione
Nonostante Marisa Leo avesse precedentemente denunciato Angelo Reina per stalking nel 2020, aveva poi ritirato la denuncia nel tentativo di concedere all’uomo una possibilità di essere un padre per la loro figlia. Purtroppo, Angelo Reina non aveva cambiato il suo comportamento ossessivo. Un investigatore privato ha rivelato che l’uomo aveva persino chiesto di pedinare Marisa per scoprire se avesse una nuova relazione sentimentale. La sua ossessione era rimasta invariata, celata dietro una maschera di normalità, fino a quando ha deciso di commettere l’atroce omicidio e porre fine alla sua stessa vita.
Questo drammatico evento sottolinea l’importanza di riconoscere le situazioni pericolose e cercare aiuto quando necessario, oltre a evidenziare la necessità di riforme per affrontare il problema del femminicidio e della violenza domestica in modo più efficace.
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