Un tragico destino ha segnato la vita di Klajdi Bitri, un giovane albanese di 23 anni, brutalmente ucciso domenica pomeriggio a Sirolo, nelle Marche. La sua morte è stata causata da un terribile colpo di fiocina, un episodio che ha lasciato una comunità intera sconvolta e che ha portato alla luce diverse versioni dei fatti.
Una fine inimmaginabile: L’assassinio di Klajdi Bitri
In una tranquilla giornata domenicale, l’orrore ha colpito quando Klajdi Bitri è stato colpito senza pietà da una fiocina dopo una disputa in strada. Il giovane stava cercando di difendere un suo amico quando è stato ucciso, lasciando dietro di sé una scia di dolore e incredulità. L’assassino, un uomo di 27 anni di nazionalità algerina, è stato fermato e arrestato mentre vagava senza camicia per le strade con l’arma del delitto ancora in mano.
Un’immagine di integrazione e coraggio: Il ricordo di Klajdi
Klajdi Bitri era considerato un esempio perfetto di integrazione, una giovane vita spezzata troppo presto. La consigliera regionale della Lega, Lindita Elezi, ha descritto Klajdi come un simbolo di coraggio e altruismo. Lavoratore instancabile, era inserito nella realtà di Ancona e aveva dato tutto per proteggere gli altri. Il suo coraggio e la sua determinazione a difendere chi ne aveva bisogno sono testimonianze della sua indole e dell’essenza del suo popolo.
Il racconto del fratello: Un gesto di coraggio
Il fratello di Klajdi ha condiviso la terribile testimonianza del momento dell’omicidio. Mentre erano in macchina con l’amico italiano Danilo e la sua famiglia, hanno assistito all’aggressione dell’uomo algerino nei confronti di Danilo. Klajdi è sceso per proteggere l’amico e le persone innocenti presenti, ma la situazione è presto degenerata. L’aggressore ha estratto la fiocina e ha sparato, uccidendo Klajdi. Il fratello ha descritto il suo dolore e la sua incredulità davanti a un gesto così violento e insensato.
Diverse versioni: La verità da scoprire
Le versioni dei fatti sono divergenti. L’assassino, dopo essere stato arrestato, ha sostenuto di aver agito in legittima difesa, dichiarando di non essere consapevole di aver ucciso Klajdi. Afferma di aver reagito a un’aggressione da parte di Danilo, guidato dall’istinto di autodifesa. Le indagini sono in corso per far emergere la verità e far luce sulla dinamica esatta dei fatti, nella speranza di portare giustizia alla famiglia di Klajdi e a una comunità colpita dalla tragica perdita di un giovane e promettente uomo.
Add comment