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Chi è Alfredo Cospito, cosa vuole e di cosa è stato accusato



Alfredo Cospito, fervente anarchico, è detenuto a Sassari e sta coraggiosamente attuando uno sciopero della fame per opporsi all’oppressivo regime del 41bis.



Nelle ultime settimane ha fatto scalpore la vicenda di Alfredo Cospito, anarchico detenuto nel carcere di Sassari da un decennio e in sciopero della fame da quasi tre mesi in risposta al regime di 41bis impostogli a maggio. È stato condannato a 20 anni di carcere per aver accoltellato un dirigente dell’Ansaldo Nucleare e per due attentati dinamitardi alla scuola allievi carabinieri di Fossano, anche se gli ordigni sono esplosi nella notte senza causare vittime. Questa punizione estrema ha portato Cospito sull’orlo della fame e la sua salute è in grave difficoltà. Nonostante ciò, in tutta Italia sono state organizzate manifestazioni a sostegno di Cospito e molti politici e intellettuali hanno espresso la loro solidarietà nei suoi confronti.

Il caso Cospito

L’indignazione per la dura condanna inflitta a Cospito, insieme al deterioramento delle sue condizioni di salute, ha scatenato una serie di manifestazioni in tutto il Paese. La sentenza della Corte Suprema, che ha stabilito che si è trattato di un massacro politico e non di una semplice strage, come aveva suggerito la corte d’appello, è una dichiarazione forte. Si tratta di uno dei reati più gravi del codice penale, una pena che non era stata riconosciuta nemmeno nel processo per la strage di Bologna del 1980, che aveva provocato 80 morti. Il cambio di regime di detenzione nel maggio 2022 è stato motivato dagli scritti di Cospito su riviste di area e dalle lettere ad altri anarchici, nonostante avesse mantenuto contatti per oltre 10 anni senza alcun pericolo precedente. Nel frattempo, continuano a crescere le manifestazioni a sostegno del caso e si ipotizza che il movimento anarchico sia responsabile degli attentati alle sedi diplomatiche italiane di Berlino e Barcellona, nonché della consegna di un proiettile e di un biglietto minatorio al direttore de “Il Tirreno”.

La risposta del governo

La risposta di Palazzo Chigi ai recenti atti di violenza è stata chiara: “Gli attacchi alle nostre missioni diplomatiche ad Atene, Barcellona, Berlino e Torino, la violenza di strada a Roma e Trento, i proiettili inviati al direttore del Tirreno e al procuratore generale Francesco Saluzzo e la molotov contro una stazione di polizia non saranno tollerati. Non ci faremo intimidire per allentare le misure di detenzione più dure per i responsabili di attività terroristiche. Non negozieremo con chi ci minaccia”. Flavio Rossi Albertini, avvocato di Alfredo Cospito, ha replicato con passione: “La posizione del governo lascia perplessi. Non stiamo discutendo se cedere alle pressioni, ma se ci sono le condizioni per sottoporre e mantenere Alfredo Cospito al 41 bis. È una questione di diritto, di interpretazione espansiva di una norma eccezionale. Il 41 bis va applicato solo nei casi più estremi previsti dalla legge. Cospito è stato sottoposto a un’applicazione troppo ampia della norma e, dopo 102 giorni di sciopero della fame, è ancora in attesa della decisione del ministro”.



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