La vicenda dello stupro delle cuginette di 10 e 12 anni a Caivano continua a scuotere le coscienze, ma la recente decisione del giudice di concedere i domiciliari a Pasquale Mosca, un 19enne coinvolto nell’orrore, ha generato indignazione e polemiche.
La Decisione del Giudice
Pasquale Mosca è uno dei 9 indagati per lo stupro delle due giovani cuginette. Inizialmente, la misura cautelare prevedeva la detenzione in carcere, ma il giudice ha deciso di sostituirla con quella dei domiciliari, includendo l’uso di un braccialetto elettronico. Questa decisione ha suscitato una serie di domande sulla giustizia e sulla protezione delle vittime.
Le Motivazioni del Giudice
Il giudice ha giustificato questa scelta affermando che gli abusi nei confronti delle bambine si sono verificati in un contesto territoriale caratterizzato da incuria e abbandono, facilitati dal senso di appartenenza al gruppo criminale. La decisione di allontanare il 19enne da Caivano è stata vista come un tentativo di interrompere i legami con questo contesto negativo e, allo stesso tempo, di incoraggiare una maggiore autocontrollo.
La Difesa del 19enne
Gli avvocati di Pasquale Mosca hanno sostenuto la richiesta di scarcerazione, sottolineando che il giovane è in precarie condizioni di salute psico-fisica e soffre di ritardo mentale di grado medio con difficoltà di apprendimento. Durante la sua detenzione, ha sviluppato uno stato depressivo che avrebbe aggravato ulteriormente la sua situazione.
La Rabbia del Legale delle Vittime
La decisione del giudice ha scatenato la rabbia del legale delle cuginette, che ha dichiarato indignato: “Noi ci battiamo per tutelare le vittime da crimini atroci e uno dei responsabili delle violenze sessuali e diffusione di video pedopornografici va ai domiciliari a Venezia. Altro che decreto Caivano, altro che rispetto e tutela per le donne e le vittime, è giustizia questa?”. La decisione solleva interrogativi sulla priorità data alla tutela delle vittime di violenza sessuale e alla giustizia nel sistema legale.
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