La copertina di Vogue America che ritrae il fumetto Volodymyr Zelensky e sua moglie Olena ha scatenato critiche sui social media. Lo scatto, intitolato “Il volto del coraggio”, sta circolando su Internet tra gli utenti confusi dalla scelta veloce della coppia di posare per una rivista di moda.
La first lady ucraina, seduta in un palazzo presidenziale in pantaloni neri e camicia bianca; e ancora tra le macerie della guerra, o in posa con il marito in maglietta verde militare, sono diventate le immagini che sollevano interrogativi sulla reale opportunità di una rassegna fotografica che sembra stridere con l’orrore delle vite danneggiate per mesi da questa guerra. L’iniziativa è stata bollata come una “cattiva idea” da Ian Bremmer, presidente e fondatore di Eurasia Group, che ha espresso il suo pensiero su Twitter: “Zelensky ha fatto un lavoro straordinario per battere i russi nella guerra dell’informazione”.
Le critiche per Olena (che risponde)
Molti utenti dei social media hanno l’approvazione per l’apparizione del Presidente Zelensky sulla di Vogue Ucraina, scrivendo: “Questo soggetto è nel bel mezzo di una guerra, il suo Paese viene espresso e la sua gente muore sotto le bombe. E posa su Vogue”. Un altro ha commentato: “Salve, siamo gli Zelensky e siamo in lutto per il nostro popolo che sta combattendo una guerra sanguinosa. Mandateci più soldi e più armi. Ma soprattutto soldi”. E ancora: “L’attore continua la sua commedia tra apparizioni televisive, interviste e copertine di riviste patinate. Il classico uomo in guerra. Intanto il suo popolo muore”, scrive chi discute la scelta di un servizio in cui non passano inosservati il trucco ei capelli impeccabili della signora Zelensky.
Olena Zelenska, tuttavia, ha rivendicato la sua scelta di posare per Vogue con numerosi post sul suo profilo Twitter e su quello del ministero ucraino degli Esteri: “Essere sulla copertina di Vogue è un grande onore e un sogno per molte persone in vista e di successo nel mondo. L’unica cosa che auguro a tutti loro è che ciò non accada perché c’è una guerra nel loro Paese”.
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