Dove vederla
La partita si giocherà oggi sabato 5 Febbraio 2022 allo stadio Giuseppe Meazza in San Siro di Milano con il calcio d’inizio fissato per le ore 18.00. Il match può essere visto in diretta ed esclusiva da Dazn. Gli abbonati potranno vederlo su una smart tv scaricando in questo modo l’app della piattaforma oppure nel caso dei normali televisori, utilizzando dei dispositivi come una console di gioco Xbox e Playstation, Amazon Fire stick, Google chromecast, Apple tv box o simili. Il match sarà visibile anche in diretta streaming solo ed esclusivamente su Dazn. In questo caso bisognerà accedere al sito della piattaforma, oppure scaricando l’app su dispositivi come pc, smartphone o tablet. Telecronaca affidata a Stefano Borghi con il commento tecnico di Massimo Ambrosini.
E’ vero, gli equilibri potrebbero essere spostati dagli amici del “contratto in scadenza” ovvero Hakan Calhanoglu – che l’estate scorsa ha lasciato il Milan per l’Inter a zero -, già decisivo nel derby d’andata, e Franck Kessie – destinato a dire addio al Milan a giugno -, quasi sicuramente schierato da trequartista alle spalle di Giroud. Ma il derby di Milano di questa sera all’ora dell’aperitivo, vedrà di fronte anche due colonne della nazionale italiana.
Da una parte il campione d’Europa in carica, Nicolò Barella, dall’altro Sandro Tonali. Il sardo è ovviamente più avanti nel progetto azzurro rispetto all’ex bresciano, grazie anche alla differenza di età, tre anni che in questo caso si fanno sentire. Barella si è imposto da tempo nel nostro campionato, non patendo il salto da una realtà come Cagliari all’ìnter. Tonali, invece, ha avuto bisogno di una stagione di apprendistato: titolarissimo nel Brescia, conteso da tutte le big del nostro calcio – in primis proprio le due milanesi con i rossoneri bravi a sfruttare l’impasse dell’In-ter nell’estate 2020 -, Sandro nella prima stagione ha faticato a trovare la sua dimensione e il posto da titolare, quello che invece ha saldamente preso in mano in questo ’21-22, diventando la colonna e la vera certezza di Stefano Pioli in mezzo al campo.
Barella invece è stata la vera eredità di Antonio Conte a Simone Inzaghi. Certi giocatori erano a Milano già prima dell’arrivo del tecnico salentino, bravo poi a farli rendere al meglio (da Skriniar a Bastoni, da Brozovic a Periste, finendo a Lautaro); altri – come Calhanoglu stesso, ma anche Dzeko e Dumfries -sono arrivati nell’ultima campagna acquisti estiva. Barella invece era stato voluto da Conte e con Conte ha spiccato il volo, diventando uno, se non il miglior centrocampista italiano.
Con l’ex allenatore Nicolò era il soldatino della linea mediana, l’incursore, ma anche il metodista che completava il terzetto composto dai registi Brozovic ed Eriksen. Inzaghi ha sciolto le briglie a Barella che in questa stagione ha messo in mostra una spiccata dote da rifinitore, con ben 7 assist serviti in campionato, molti di bella fattura. Ha segnato poco per le occasioni avute e le conclusioni tentate – 2 reti, con il Bologna a settembre e col Venezia proprio prima della sosta -, ma oggi proverà a imitare un ex nerazzurro a cui in molti lo hanno paragonato, non solo per le iniziali di nome e cognome – Nicola Berti -, ma anche per corsa, grinta e voglia di incidere sempre. Berti era un uomo derby, chissà che questa sera non lo diventi anche Barella (a segno una volta con i rossoneri, ma da giocatore del Cagliari).
La possibilità di dare una decisa sterzata al campionato. L’undici tipo attuale sul verde. 11 concetto di squadra applicato sul campo. Steven Zhang e i tutti dirigenti dell’Inter si sono presentati ieri nel ritiro di Appiano per mostrare ancora una volta la propria vicinanza ai calciatori nerazzurri e a Simone Inzaghi. Dal canto suo, il tecnico piacentino, dopo l’allenamento pomeridiano, aveva già in mente un’idea di massima sulla formazione da schierare contro il Milan.
A meno di sorprese dell’ultimo minuto la capolista conterà sui titolarissimi. In porta, dinnanzi ad Handanovic, Skriniar, De Vrij e Bastoni restano intoccabili. Sulla destra Dumfries è nettamente favorito su Darmian, mentre a sinistra Perisic è una certezza. A centrocampo tecnica e polmoni al servizio della squadra: con Calhanoglu, l’ex dal dente avvelenato, Brozovic e Barella pronti a comandare la linea mediana, hi attacco Dzeko, unico attaccante sempre a disposizione in questa sosta, vuole lasciare il segno anche nel derby del Milano. Con lui Lautaro Martinez, rientrato con un volo charter messo a disposizione dell’Argentina un giorno prima di Sanchez (che invece si era imbarcato su voli di linea), è nettamente in vantaggio sul compagno di squadra (con Inzaghi che deve pure decidere se portare in panchina l’affaticato Caicedo). Per il cileno ci potrà essere eventualmente spazio nella ripresa. Out Gosens e Correa, che proseguono il percorso di recupero.
I ko di Zlatan Ibrahimovic e Ante Rebic portano in dono a Olivier Giroud una maglia da titolare nel derby di questa sera. L’attaccante francese, nel corso delle prove tattiche degli ultimi due giorni, ha lavorato duramente per capire al meglio come attaccare la retroguardia interista, con il resto della squadra che – con ogni probabilità – cercherà più cross dentro l’area di rigore per metterlo a suo agio dentro il suo terreno di caccia. Alle sue spalle agirà il terzetto formato da Alexis Saelemaekers (al ritorno da titolare in un big match), Franck Kessie e Rafael Leao.
L’ivoriano sarà uno dei giocatori più seguiti nel corso della partita visto che avrà il compito di limitare Marcelo Brozovic ma anche di andare a rimorchio sulle eventuali seconde palle giocate da Giroud. In cabina di regia agiranno Sandro Tonali e Ismael Bennacer mentre in difesa, nonostante il ritorno tra i convocati di Fikayo Tomori, la coppia centrale sarà formata da Pierre Kalu-lu e Alessio Romagnoli con Calabria e Theo Hernandez come terzini. Tomori ha svolto due allenamenti completi con la squadra (ieri e giovedì) e potrà tornare utile a gara in corso se la partita dovesse richiederlo. Prima convocazione per l’unico acquisto del mercato invernale, ovvero Marko Lazetic, che sarà una delle alternative offensive a disposizione di Pioli.
Non ci arriva nel migliore dei modi. Già il suo Milan era sfavorito di suo, alla luce degli ultimi risultati. Si aggiungono le assenze pesanti e un ambiente che appare rassegnato fin dal suo vertice, visto l’immobilismo che si è scelto di perseguire nel mercato invernale. Eppure Stefano Pioli non si nasconde e sa di giocarsi tanto, probabilmente tutto: «Questo derby pesa tanto, vale tanto per tantissimo motivi. È la stracittadina, darebbe fiducia, positività e forza. Pesa tanto, lo sappiamo, e l’abbiamo preparata con questi stimoli. Dobbiamo tenere in considerazione anche le caratteristiche degli avversari, è importante. Non snatureremo mai il nostro modo di giocare, sarà così anche questa volta». Eppure, riconosce all’Inter qualità importanti: «Sono molto forti, hanno vinto il campionato l’anno scorso. Per come giocano le due squadre si creeranno tanti duelli, chi ne vincerà di più avrà più occasione per vincere. Dovremo avere più fame di loro nelle palle sporche. Che l’Inter stia facendo un percorso importantissimo sicuramente sì. Che noi abbiamo avuto un calo è altrettanto vero, ma so che ho a disposizione una squadra forte, dei ragazzi uniti e compatti e so che possiamo fare ancora molto bene».
E’ evidente, come sottolineato in avvio, che l’assenza di operazioni in questo mercato di gennaio sia uno dei temi forti della vigilia. Pioli è certamente aziendalista: che lo sia per scelta o per comodità, ovviamente non è dato saperlo:«Sono positivo e fiducioso, conosco le qualità dei miei giocatori. Devono sentirsi forti. La nostra è una scelta condivisa sul mercato, non si è creata la situazione per prendere un giocatore che potesse migliorare il nostro livello e allora abbiamo deciso di puntare sui nostri giocatori. Chi crede nei propri obiettivi deve sempre dare il massimo, anche quando il vento tira contro: proprio lì devi dimostrare di essere forte. Sono sicuro che siamo una squadra competitiva e vogliamo rimanere nelle prime posizioni del campionato». In realtà un acquisto c’è stato: ma Marko Lazetic è un 2004, che intanto oggi andrà in panchina, vista anche l’assenza di Ibrahimovic e Rebic: «Ha una bella faccia, una faccia bella disponibile e volenterosa. Mi sembra che abbia già un carattere forte e con l’obiettivo di diventare un grande calciatore. Ha grandi mezzi fisici abbinati ad un’ottima tecnica. Nel derby sarà con noi e inizierà a capire cos’è il calcio italiano e cosa voglia dire essere al Milan». Intanto però c’è da fare i conti con l’assenza di Ibrahimovic: «Una partita importantissima, ma ne abbiamo vissute tante altre senza Zlatan, come l’ultima a Bergamo, quella a Torino contro la Juve… che manchi dispiace. Siamo cresciuti tanto con Zlatan e ora dobbiamo dimostrare di essere forti anche senza di lui. Dobbiamo avere quella forza di volontà soprattutto nei momenti delicati delle nostre stagioni. E comunque Gi-roud è un giocatore di caratura internazionale, è pronto».
Si è presentato con un giorno di ritardo, anche se essendo stato eliminato cinque giorni prima dalla Coppa d’Africa, professionalità avrebbe voluto che fosse partito subito per tornare a lavorare con il Milan. Ma, in ogni caso, oggi molti occhi saranno puntati su Frank Kessie e sul suo ruolo di trequartista, utilizzato anche per mettere la museruola a Brozovic: «Sta bene, ha avuto un ritardo lunedì sera. Sta bene, l’ho visto in condizioni fisiche e mentali ottime. Mi aspetto una prova di spessore da lui, è un giocatore forte». Restala precarietà, ormai, di un giocatore che a giugno se ne andrà: se anche si scoprisse che questo può essere il suo nuovo ruolo, a tarne i benefici sarebbe un’altra società. Niente da fare invece per Tomol i: Pioli lo spiega così: «Ha fatto un allenamento e mezzo non completo con noi, è difficile che possa avere un minutaggio non limitato dopo 3 settimane d’assenza. L’operazione è andata bene, il ginocchio non si è mai gonfiato, è merito suo che ha lavorato tantissimo per ritrovare subito tono muscolare. La scelta sarà sul capire quanto minutaggio può avere a disposizione». Traduzione: partirà in panchina, ma sarà pronto a entrare appena ce ne sarà bisogno».
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