Così, senza troppo clamore, come è nel suo stile, con riservatezza e discrezione, così come ha vissuto gli ultimi dieci anni, Niccolò Fabi ha ricordato l’anniversario della morte della sua piccola Olivia, portata via nel 2010 da una meningite fulminante a soli 22 mesi.
Il dolore per la morte di un figlio non si supera mai, non viene accantonato né attenuato dal tempo che passa o dalla vita che va avanti; semplicemente, di fronte alla più grande tragedia che un padre e una madre sono costretti a sopportare si può provare a sopravvivere, andare avanti con la propria esistenza, come del resto la vita stessa chiede, consapevoli di portare con sé una ferita incapace di rimarginarsi, di trovare sollievo o dimenticanza.
Era il 3 luglio 2010, dicevamo, quando Olivia, Lulù per papà Niccolò e mamma Shirin, morì, e il cantante romano decise di dare il drammatico annuncio sulla sua pagina Facebook, accompagnata dalle strazianti parole di Attesa e inaspettata, tratta dal’album Solo un uomo, del 2009, che recitano “Attesa e inaspettata / arriva la seconda vita / in quell’istante / in cui si taglia il velo / e sei dall’altra parte / Non sei preparato mai abbastanza / ma sei pronto da sempre / la naturale conseguenza / di essere nato”.
Da quell’esperienza terribile, però, Niccolò e Shirin sono riusciti a trovare la forza necessaria non solo per tornare più uniti di prima (anche se recentemente le loro vite hanno preso strade diverse) e per dare alla luce un altro bambino, Kim, arrivato nel 2012, ma anche per mettersi al servizio degli altri: hanno infatti creato una fondazione, Parole di Lulù, nata dopo un concerto benefico con lo stesso nome organizzato pochissimo tempo dopo la morte di Olivia.
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