A nove mesi dalla scomparsa, avvenuta il 5 luglio 2021, la casa romana di Raffaella Carrà è stata messa in vendita. L’annuncio, con annesse le foto dell’appartamento di via Nemea 21, quartiere Vigna Clara-Vigna Stelluti, soprannominato “Hollywood della Capitale”, sono state pubblicate sul sito della prestigiosa agenzia immobiliare Remax, che non ha confermato se l’immobile appartenesse alla grande showgirl.
Tuttavia, chi conosceva bene Raffaella, la quale era gelosissima dei suoi spazi e della sua privacy, conferma che la casa è proprio la sua. «Ho visto la notizia su Internet », dice a Gente Marinetta Saglio, nota fotografa romana e storica amica di Carrà. «Ho pensato subito che lei si sarebbe arrabbiata tantissimo nel sapere che il mondo intero potesse accedere nella sua intimità. In casa sua non si potevano fare foto degli ambienti, tantomeno selfie».
L’unico strappo a questa regola avvenne nel 2013 quando Laura Pausini, diventata mamma da poco portò come promesso a far conoscere la sua piccola Paola alla famosa collega. In quell’occasione la cantante scattò una foto di Raffaella che teneva in braccio sua figlia (foto condivisa sui social il 5 luglio scorso): intorno si intravedono alcuni dettagli che, essendo molto particolari, rendono la casa inconfondibile.
L’arredamento che Raffaella aveva scelto è molto romantico, come lei: uno stile anni Ottanta, con mobili bianchi arrotondati e rifiniture in ottone, marmi, specchiere, e un tripudio di rosa, giallo e azzurro polvere. Ora quell’appartamento ce lo abbiamo tutti sotto gli occhi e possiamo passare da una stanza all’altra immaginando la vita privata della star. «Ho tanti ricordi tra quelle mura», racconta Saglio, tra i pochi ammessi in casa Carrà. «Raffaella amava cucinare per le persone a cui voleva bene.
Ed era brava: faceva un’ottima pasta cacio e pepe e anche la parmigiana di melanzane. Oltre la cucina, la zona che frequentava di più per accogliere gli ospiti era il salone: davanti al proiettore guardava con gli amici le partite di calcio, era tifosa della Juventus. E poi c’era una stanza dove si giocava a carte e facevamo i tornei di Burraco, altra sua grande passione». Raramente però Raffaella portava i suoi amici a fare un tour del suo appartamento: cosa che ora possiamo fare con un semplice click, rimanendo a bocca aperta per l’ampiezza degli ambienti e la cura dei dettagli. L’immobile si estende su 420 metri quadri e fa parte di un comprensorio di 15 palazzine con annessi parco, piscina, campi da tennis e portineria 24 ore su 24.
L’abitazione, dotata di tre accessi indipendenti, occupa l’intero primo piano di un condominio ed è dotato di ogni comfort: un’ampia zona giorno con salone (e il sopraccitato proiettore), una cucina spaziosa con sala da pranzo, nove camere da letto – quella padronale ha idromassaggio e sauna – con altrettanti bagni. E poi palestra, sala trucco e un ascensore con cui si accede a un locale adibito a guardaroba e stireria. Tutto intorno, terrazzi e balconi rendono la casa piena di luce.
La trattativa è riservata e non si sa per quale cifra l’immobile sarà venduto. Chiunque si aggiudicherà la casa dovrà provvedere a spese condominiali di ben 1.100 euro mensili. «Si tratta di quattro appartamenti uniti, uno dei quali glielo vendetti io», ci racconta Giancarlo Magalli. «Mi ero trasferito a vivere in quel comprensorio nel 1959 e avevo come vicino di casa Gianni Boncompagni, che era proprietario di due vani.
Quando Raffaella e Gianni si misero insieme, alla fine degli anni Sessanta, io mi trasferii in un’altra zona e glielo affittai. Quando poi le chiesi di rientrare perché stavo per sposarmi con la mia prima moglie, lei mosse mari e monti per tenerselo. Alla fine, scoprii che due piani sopra c’era un appartamento identico: io comprai quello e le vendetti il mio. Il quarto vano, invece, lo comprarono da una signora e credo fosse destinato a una zona ufficio».
Per anni Giancarlo fu amico della grande showgirl. «Quando si separò da Boncompagni, lui comprò due attici nel palazzo di fronte», racconta Magalli. «Lei invitava poca gente selezionata. Da Gianni, invece, c’erano spesso feste. Tra gli invitati ricordo Lucio Dalla». Raffaella condivise questa enorme casa con l’altro grande amore della sua vita, Sergio Japino. E lì erano ospiti graditi anche i due nipoti, Federica e Matteo, figli del suo amato fratello Renzo, scomparso nel 2001. Ora quelle mura sono destinate ad accogliere altre storie e altri ricordi. Intanto, però, Arcigay lancia un appello: la casa venga acquistata dallo Stato e diventi un museo per ricordare la grande Raffaella Carrà.
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