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Morte Paolo Borsellino 19 luglio 1992: chi era e come è morto? Chi è la moglie e i figli



Il 19 luglio 1992, Paolo Borsellino ha trovato la sua strada, e sono passati 30 anni. Ecco cosa c’è da sapere su quel drammatico incidente. Questo scioccante episodio, che suscitò indignazione a livello nazionale, avvenne solo 57 giorni dopo l’omicidio di Giovanni Falcone a Capaci, in Sicilia, magistrato antimafia e amico di Borsellino. Analizzeremo nel dettaglio questo tragico periodo della storia italiana.



Morte Paolo Borsellino 19 luglio 1992: cosa è successo?

Cinquantasette giorni prima della morte di Paolo Borsellino, avvenuta a Palermo domenica 19 luglio 1992, Giovanni Falcone era stato assassinato a Capaci, in Sicilia, e l’Italia era ancora in lutto. Paolo Borsellino stava percorrendo via D’Amelio per andare a trovare la madre, Maria Pia Lepanto, quando fu ucciso.

Quella domenica mattina, una Fiat 126 rubata e imbottita di esplosivo saltò in aria al civico 21, trasformando quel viale in un inferno di sangue. L’omicidio di Borsellino fece inorridire l’Italia intera. Tra le vittime ci sono i poliziotti Agostino Catalano, Emanuela Loi (la prima donna poliziotto a morire in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Morte Paolo Borsellino 19 luglio 1992: come è morto? Ancora tanti misteri

Anche se Paolo Borsellino è stato ucciso da Cosa Nostra, molte domande senza risposta circondano ancora la sua scomparsa. Tra le domande senza risposta c’è quella se l’agenda rossa di Borsellino sia mai uscita dal suo possesso, anche se vi ha annotato i nomi di personaggi importanti e politici collusi, i segreti delle stragi e i nomi dei soggetti istituzionali responsabili della “trattativa” Stato-mafia.

In uno dei primi filmati dei carabinieri sulla scena della strage, l’agenda era visibile. Chi abbia fatto esplodere la bomba con un telecomando resta un mistero. Inoltre, un’altra domanda rimane senza risposta: erano i carabinieri a manovrare il telecomando quando la bomba è esplosa? Riina, dal carcere, si è spinto a dire che il citofono della madre di Borsellino era il detonatore. Quindi, Borsellino l’avrebbe attivato da solo.

Nessun voltagabbana ha ancora spiegato chi controllò il telecomando utilizzato per la strage di luglio. In una sentenza depositata il 30 giugno 2018, la Corte d’Assise di Caltanissetta ha definito l’assassinio di Borsellino “uno dei più grandi tradimenti della storia giudiziaria italiana”.

Moglie di Paolo Borsellino

Agnese Piraino Leto, sua vedova, si è spenta il 5 maggio 2013 all’età di 71 anni, poco dopo aver lottato contro la malattia. Secondo quanto riportato, la donna stringeva tra le mani la fotografia del defunto marito, che aveva scattato 21 anni prima. Il loro matrimonio è iniziato nel 1968, quando il padre di lei presiedeva il tribunale di Palermo.

Dalla relazione con il giudice sono nati tre figli, Lucia, Manfredi e Fiammetta. Solo a Caltanissetta, davanti ai giudici ai quali ammise che il coniuge era stato ucciso dalla mafia pochi giorni prima della sua morte, si sentì abbastanza forte da aprirsi ed esprimere i suoi ricordi. Per salvarla, Paolo Piraino Leto avrebbe preferito morire accanto a lei in quella frizzante giornata estiva di 30 anni fa piuttosto che vivere, ma l’ha salvata…



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