La vera storia di Kabir Bedi chi è: età, carriera, biografia, figli, moglie



In una Casa che sembra sempre pronta ad esplodere, e dove è stato appena lanciato un petardo acceso che risponde al nome di Delia Duran, non si sa chi sia più infiammabile fra Katia, Soleil, Lulù, Clarissa, Nathaly, Manila e Miriana. C’era bisogno, quindi, di spargere un po’ di incenso, c’era bisogno di Kabir Bedi.



Uno che ha sette vite, come i gatti, che ha raggiunto la pace interiore, che non ha l’urgenza di parlare, ma, quando lo fa, esprime saggezza. La sua voce profonda potrebbe essere usata per un audiolibro sulla meditazione. «Siamo adulti… questa non è amicizia, questo è amore! Non lo cercavate, ma vi è capitato», ha detto con grande naturalezza a Soleil, parlando di Alex Belli. E ha aggiunto: «Quando parlerai con Delia (la moglie di Belli, ndr), dille la verità. Se non lo farai, tu perderai, ma se difendi la verità, tu vincerai. Ammettilo. Quello che è successo tra di voi era vero, era un’emozione vera e profonda».

Kabir ha il pedigree del guru, non è uno che si mette una bandana in testa e comincia a ripetere frasi fatte. Suo padre, Baba Pyare Lai Bedi, era uno scrittore e filosofo, discendente dal primo guru dei Sikh,  che rinunciò alle proprie ricchezze e portò la famiglia a vivere in capanne senza luce e senza acqua; sua madre, Preda Bedi, era inglese e divenne una suora buddista: grazie a lei, che insegnò la propria lingua ai Lama, il buddismo si è potuto diffondere nel mondo.

Lo scorso ottobre Kabir si è raccontato nella biografia Cose che vi devo raccontare. In quell’occasione “Chi” lo ha intervistato. «Questo libro parla delle mie tragedie, delle mie perdite e dei miei grandi amori. Ho perso un figlio, persone care, ho vissuto sia il successo sia la bancarotta. La mia vita è stato come un ottovolante».

Da ragazzo Kabir Bedi ha frequentato lo Sherwood College di Nainital e il St. Stephen’s College di Delhi. A 20 anni, mentre lavorava in una radio per pagarsi il college, scoprì che i Beatles erano in India, trascinati da George Harrison, che stava maturando la svolta mistica. Kabir li incontrò a New Dehli e riuscì a intervistarli. «Spero che abbiano visto qualcosa in me.

Rappresentavano una rivoluzione che ci influenzava tutti. Per me erano il simbolo del cambiamento e, quando li ho incontrati, mi concessero mezz’ora di tempo. Fu un’esperienza incredibile». Uno scoop clamoroso, ma la radio non capì e il nastro venne cancellato. Fu una tale delusione che Kabir salì su un treno e partì alla volta di Mumbai. Pochi anni dopo era anche lui una star mondiale.

A Mumbai, infatti, mentre lavorava come pubblicitario e studiava come attore, e si trovò a recitare nudo il molo di Tughlaq, un re pazzo. La notizia si diffuse, tutti parlavano di lui e, quando Sergio Sollima andò a fare i sopralluoghi per Sandokan, cercando un ragazzo prestante, gli indicarono Kabir.

L’attore andò a Roma a fare un provino, e fu preso. Sandokan, trasmesso nel 1976 dalla Retei (l’attuale Raiuno), totalizzò 27 milioni di telespettatori (auguri a Can Yaman e Luca Argenterò, che stanno realizzando il remake). Quando Kabir tornò a Roma, dopo la prima puntata, vide che ai piedi dell’aereo c’era una folla impressionante di fotografi. «Dev’esserci un personaggio famoso», pensò. Erano per lui.

Dopo l’Italia l’attore ha conquistato l’Europa e poi Hollywood, che lo ha scritturato come antagonista di James Bond in Octopussy – Operazione piovra. Alla prima del film conobbe Lady Diana. «Aveva un fascino particolare. A un certo punto mi toccò la mano, mentre il principe Carlo mi rivolgeva la parola, e non sapevo se dovevo dare retta al principe o alla principessa». Si rischiò l’incidente diplomatico.

Fra i suoi racconti anche un’esperienza mistica che ha vissuto a Gerusalemme. «Ho visto gli spiriti», ha confessato. Si trovava al King David Hotel, nella sua camera da letto, e all’improvviso, vide che sul soffitto roteavano luci verdi e rosa. Urlò ai vicini di smetterla, pensando a uno scherzo. Ma poi si avvicinò alla finestra e vide uno spettacolo fuori dal comune: una nebbia bassa aveva coperto la città, nascondendo le antenne tv e i segni della modernità. Era il panorama della città Santa come poteva apparire 2000 anni fa. «Mi resi conto lì che davvero esiste qualcosa di sovrannaturale».

Tante le donne importanti della sua vita, dalla prima moglie Protima al grande amore, Fattrice Parveen Babi, fino all’attuale moglie, la produttrice Parveen Dusanj. Altro che Alex Belli e Delia Duran. «Avevo uno stile di vita non convenzionale e all’epoca si viveva come attori bohémien, nella Bolly wood della fine degli Anni 60. Mi sono sposato la prima volta perché la mia compagna Protima era rimasta incinta di nostra figlia. Poi il matrimonio si trasformò in una relazione aperta», rivela. «Ogni storia è diversa. Quello che succede tra un uomo e una donna nessuno può capirlo. Soltanto chi vive la relazione in prima persona può comprenderne la chimica».

Vi ricorda qualcuno? Tanti anche i dolori, su tutti la perdita dell’adorato figlio Siddharth. «È la cosa peggiore. Siddharth era un ragazzo brillante, ma era affetto da schizofrenia, voleva suicidarsi e ho cercato di impedirlo. Come ho fatto a superare quella perdita? Ho provato con la meditazione. Alla fine la ferita guarisce, ma la cicatrice resta».
Ora Kabir è sposato con Parveen Dusanj, ed è un padre e nonno felice.

Parveen ha 29 anni meno di lui, si è laureata in economia politica al Goldsmiths College ed è vicepresidente di una società che realizza campagne sociali. Lettore ha chiesto di sposarlo mentre era in Italia a girare Un medico in famiglia. «Tutti noi nella vita abbiamo dei ruoli, ma non siamo solo questo. Siamo padri, fratelli, nonni come in un grande palcoscenico. Non mi piace mettermi in cattedra, preferisco aiutare le altre persone a sviluppare il loro potenziale per interpretare i diversi ruoli della vita». Ed è proprio quello che sta facendo nella Casa del Gfvìp.



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