Controcopertina

La Storia di Andrea Delogu chi è? 39 anni, è nata e cresciuta a San Patrignano, la comunità di recupero per tossicodipendenti



La carriera di Andrea Delogu è un po’ difficile da raccontare perché la ragazza ha praticamente fatto tutto. Ha iniziato come vocalist nelle discoteche della sua Romagna ed è arrivata a essere il volto femminile di Rai Radio Due. Da anni è una delle “giovani” conduttrici amate da Mamma Rai (è passata da Stracult a La vita in diretta Estate, benedetta da due giganti della Tv come Marco Giusti e Renzo Arbore).



Nel frattempo ha presentato serate ed eventi, ha scritto tre libri (l’ultimo è un romanzo che si intitola Contrappasso, per HarperCollins), ha fatto l’attrice, è diventata una star del Web… E ora, finalmente, sta per realizzare il sogno della sua vita professionale: un programma televisivo creato e scritto proprio da lei. Si chiama Tonica, va in onda su Raidue a partire dal 15 febbraio in sette puntate ed è una specie di late show musicale, un programma della seconda serata, in cui intervengono cantanti, musicisti, talenti del Web.

Che cosa succede in Tonica? «Sono 45 minuti in cui cerco di spiegare un pezzo di mondo. Nella prima puntata come ospiti ho avuto il rapper Gué Pequeno, i cantanti Gaia e Matteo Romano, e l’attivista Carlotta Vagnoli. Ho voluto portare gente della mia vita come Ema Stokholma, mia cara amica. E anche Stefano De Martino, un mio pezzo di cuore. Gli ospiti cambiano sempre, di fisso ci sono solo io, almeno finché non mi licenziano». Fermi tutti: tu e Stefano, si era detto, avevate avuto una storia. È la verità? «Stefano è uno dei miei più cari amici.

Lo siamo da anni, ma nessuno ci ha hai prestato attenzione, mai neppure una foto. Parliamo in continuazione di lavoro: le nostre telefonate sono fiumi di parole di 80 minuti. Poi mi son lasciata con mio marito (l’attore Francesco Montanari, ndr) e lui, da persona fantastica qual è, mi ha aiutata. Apriti cielo: da lì in poi per tutti siamo stati amanti. Se non fosse stato famoso, bravo e bello, nessuno avrebbe detto niente». Quest’anno fai un programma tutto tuo e compi 40 anni. Come ti senti? «Sono carica. È una soddisfazione: c’è voluto del tempo e molto coraggio, ma alla fine sono riuscita a cucirmi un programma addosso.

Avrei potuto farlo dieci anni fa, ma mi sono sempre appoggiata agli altri. Ora sono pronta. Il potere è di chi se lo prende, e così ho fatto. Del resto nell’ultimo anno sono cambiate così tante cose». In primis, lo dicevi tu, c’è stata la separazione da tuo marito. Raccontaci com’è andata? «Io e Francesco ci siamo lasciati, ma siamo rimasti molto legati, in ottimi rapporti. E da quello è venuta la consapevolezza dell’essere una ragazza che basta a se stessa.

Non ero abituata a pensare solo a me, ho sempre avuto i miei, mio fratello, e poi Francesco. In quest’ultimo anno ho cercato di capire chi sono, da sola, e perché non ho bisogno di nessuno. È stato un anno bello e complicato, ho comprato casa ed è fantastica. Ho trovato il coraggio di dire: “Io vorrei fare questa cosa, e vorrei farla così”. E in Rai mi hanno ascoltato! Il mio mantra è “Non è mai troppo tardi”». Dici che non è mai tropo tardi, ma invece tu hai iniziato giovanissima, a 17 anni, e ora ne hai 23 di carriera alle spalle… Mica poco! «Sì, sono tantissimi. A volte ci penso e non mi sembra vero.

Ho anche condotto un concerto dedicato al Papa con ottantacinque mila persone davanti a me». L’emozione più grande provata in Tv? «Quando Arbore mi ha invitato a Indietro tutta! 30 e l’ode. Avevo la sua fiducia, c’era un studio fermo che dovevo far partire io. In video andai benissimo, ma dopo, a casa, ho avuto delle fitte pazzesche allo stomaco, era tutta la tensione che si lasciava andare». A parte Renzo Arbore, chi ti ispira? «Ho sempre stimato moltissime persone. La Carrà, ma è scontato dirlo. Mi fa impazzire il modo in cui Antonella Clerici riesce a far sembrare tutto così umano. Simona Ventura, che è stata quella che ha cambiato il linguaggio della conduzione in Tv.

E mi piace il modo di raccontare l’Italia di Maria De Filippi. Infine, Marco Giusti, che mi volle in Stracult, e Renzo Arbore mi hanno dato tanta speranza in una televisione buona». Hai fatto mille programmi, e la Rai ti sta dando fiducia. Perché piaci? «Renzo dice che sono la nipote simpatica che tutti vorrebbero e che a fine cena sparecchia e mette a posto. È una definizione in cui mi ritrovo». Sei stata nominata Cavaliere dal presente della Repubblica Sergio Mattarella… «Io sono dislessica, ci ho pure scritto un libro, ed è da anni che cerco di parlare di questa caratteristica insieme con l’Associazione Italiana Dislessia.

Andiamo nelle scuole, facciamo spettacoli. È un lavoro che non sbandiero, che senso avrebbe, ma ci credo molto. Quando è arrivata la nomina, una sensazione così non la immaginavo neppure. Mi sono detta: “Allora qualcosa di buono lo sto facendo”. Non c’è stata la cerimonia ufficiale per via del Covid. Ma la pergamena ce l’ho in casa. È appesa in camera, è una cosa intima». Sei nata e cresciuta con i tuoi genitori a San Patrignano, la comunità di recupero per tossicodipendenti, e hai avuto un’infanzia fuori del comune. Quando conta questa cosa, ora? «Conta tantissimo e conta sempre. Mi è servito a capire quanto la vita sia importante e bella, anche con tutte le cavolate che uno può fare e che ti succedono. L’ho imparato nella mia infanzia: ogni volta le persone arrivavano svuotate, a pezzi, e poi rinascevano. Non è mai finita. Non è mai finita per nessuno. Finché ci sei, c’è sempre una seconda possibilità».



Add comment