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Juventus Udinese Streaming Gratis dove vedere diretta live TV SKY o DZAN



Dove e come vedere il match

Juventus Udinese si giocherà oggi sabato 15 gennaio 2022. Il calcio d’inizio è fissato per le ore 20.30. Il match sarà visibile su Smart TV grazie all’applicazione di dazn e sarà disponibile anche sulle console di gioco xBox ovvero One, One S, One X, Series S e Series X e PlayStation PS4 e PS5. Sarà anche visibile attraverso i dispositivi come Amazon Fire TV stick Google Chromecast e timvision box. Disponibile anche la diretta streaming di Inter Atalanta sempre su dazn o tramite pc collegandosi direttamente al sito ufficiale e inserendo le proprie credenziali per accedere al catalogo degli eventi. Si potrà assistere al match in diretta streaming, sempre attraverso Dazn collegandosi attraverso dei smartphone e tablet.



 «Con questi giocatori arriveremo a fine stagione», ha risposto ieri Massimiliano Allegri a una domanda su Arthur, ma la precisazione fatta dallo stesso tecnico una settimana fa resta valida anche se non ripetuta: «Al 99 per cento».

Al di là della percentuale è il concetto che conta: a due settimane dalla fine del mercato nulla è certo. Specie se fosse un giocatore a chiedere lasciare Torino, per giunta uno non imprescindibile e dall’ingaggio elevato: Arthur, appunto. Il brasiliano è chiaramente la quinta scelta a centrocampo (solo per sostituire Locatelli parte leggermente in vantaggio, ma l’azzurro è intoccabile) e guadagna 5 milioni netti all’anno.

Dal canto suo il brasiliano vuole riconquistare un posto di rilievo nella Selegao che tra meno di un anno giocherà il Mondiale e per farlo deve giocare di più: il suo agente Federico Pastorello si è mosso e si muove per fornirgli questa chance e l’Arsenal è pronto a offrirgliela, prendendolo in prestito. La Juventus sa che una cessione definitiva è impossibile visto l’impatto a bilancio (in estate sarà ancora di 43 milioni) e quindi è disposta al prestito per alleggerire il monte ingaggi e sperando che il giocatore si rivaluti in modo da poterlo cedere in futuro. Perché tutto si incastri, però, serve un sostituto, che possibilmente abbia un impatto maggiore.

E costi poco o possa arrivare in prestito: formula che il Chelsea non sembra accettare per Loftus-Cheek, così risale lo svizzero Denis Zakaria, in scadenza con il Borussia Mòenchen gladbach. Certo di perderlo gratis a giugno, il club tedesco può cederlo in saldo e la Juventus, da tempo sulle sue tracce, è pronta ad approfittarne. Più complicati Bruno Guimaraes, extracomunitario e valutato 40 milioni dal Lione, e Renato Sanches, valutato poco meno dal Lilla.

Sembra una vita fa, era solo il 22 agosto. Massimiliano Allegri debutta per la seconda volta sulla panchina della Juventus, lo fa a Udine. Bastano 23′ per trovarsi sul 2-0, basta un secondo tempo sciagurato per rovinare tutto, con il 2-2 che si materializza grazie alle amnesie inattese di Wojcech Szczesny tra i pali (e non solo). Ce ancora Cristiano Ronaldo, in panchina. Fa in tempo ad alzarsi per indovinare la deviazione del 3-2, annullata dall’intervento del Var: saluterà l’ultimo giorno utile del mercato. In campo, al suo posto, il giocatore che dovrebbe riprendersi in mano la Juventus. È Paulo Dybala, che va a segno con un tocco morbido dopo appena 3′ e quindi indovina il lancio che spinge Juan Cuadrado verso il 2-0. Sembra l’alba di una splendida avventura, al 90′ ci sono più dubbi che certezze.

Una condizione che, dopo mesi, sembra non aver abbandonato la Juventus. Il campionato sta proseguendo a singhiozzo, la prima finale (quella per la Supercoppa contro l’Inter) è andata persa, soltanto la Champions Lea-gue ha finora regalato soddisfazioni. Una condizione della Juventus, una condizione di Dybala. Era atteso come l’uomo del destino, è diventato quello dei punti interrogativi. A cominciare dal rinnovo del contratto che, di rinvio in rinvio, non è stato ancora sottoscritto. Una condizione che genera incertezze, tra indiscrezioni dall’Argentina («Paulo vuole andare via») e le parole forti dell’ad Maurizio Arrivabene. Febbraio è vicino, allora tutto sarà chiaro.

E se la Juventus vorrà trasformare Dybala nell’uomo simbolo, eventuali acquirenti dovranno fare un passo indietro, in Italia come nella Liga o nella Premier Poi c’è anche il campo, unito alla condizione fisica. Da questo punto di vista, nonostante i 6 gol in 15 partite che ne fanno il miglior attaccante bianconero, l’annata dell’argentino è stata riccadi stop-and-go. I contrattempi muscolari non l’hanno sempre messo a disposizione di Allegri e le prestazioni stesse hanno vissuto di luci e ombre, complici quelle collettive della squadra: basti vedere la differenza tra il Dybala visto in campionato con la Roma (la rete dell’ 1-1, ma non solo) e quello poco incisivo contro l’Inter tre

giorni dopo.

Il problema del numero 10 è lo stesso che ha afflitto la Juventus in questa stagione: la mancanza di continuità. La squadra ha accelerato e rallentato troppe volte, senza raggiungere la velocità di crociera invocata da Allegri. Questa sera l’ennesima opportunità contro una Udinese travolta dall’Atalanta e rallentata pesantemente dal contagio Covid. Dybala torna in campo dal primo minuto, la condizione che predilige: cinque dele sue reti sono state realizzate da titolare. Lo fa contro una squadra con cui ama divertirsi. L’Udinese è l’avversaria con cui, da bianconero, ha realizzato il maggior numero di gol, 10 in 14 partite. Soltanto una vittoria può cancellare l’amarezza per un Supercoppa sfuggita di mano dopo 120′ di sofferenza/resistenza. Soltanto una vittoria può mantenere la squadra in corsa per il quarto posto che vale la prossima Champions League, oggi l’obiettivo bianconero più realistico in Serie A. L’Atalanta è lontana 3 punti, ma ha una partita in meno: insieme con il Napoli (terzo) è la concorrente su cui fare la corsa.

Si tratta di un obiettivo in cui Dybala è elemento da cui non prescindere, a maggior ragione dopo l’infortunio che ha tolto di mezzo Federico Chiesa. Allegri ha bisogno come l’aria di un elemento che, con le sue giocate, possa cambiare il volto di una partita. Lo ha ribadito ieri in conferenza stampa: «Nella seconda parte di stagione mi aspetto molto da lui: il valore del calciatore non si discute». E l’argentino deve tornare a essere convincente, anche per rafforzare il proprio futuro, che sia bianconero oppure no. Perché «un numero 10 nella Juventus deve rendersi conto del peso che questo numero ha per noi», come disse Arriva bene. E, aggiungiamo, non soltanto nella Juventus. Qualunque sia il destino di Dybala.

TORINO. Appuntamento a inizio settimana prossima, a Innsbruck, in Austria. Qui è atteso Federico Chiesa per l’intervento chirurgico in cui verrà ricostruito il legamento crociato anteriore sinistro. Toccherà al professor Christian Fink, alla climica Hochrum, mettere mano sul ginocchio del giocatore della Juventus. L’ortopedico è ormai un volto noto a molti giocatori della Serie A. A lui si sono affidati in passato il capitano bianconero Giorgio Chiellini, l’ex difensore juventino Merih Cernirai (oggi all’Atalanta) e il romanista Nicolò Zaniolo. Demirai e Zanio-lo sono uniti accomunati a Chiesa anche dallo stadio in cui si sono infortunati: si lesionarono il ginocchio insieme nella sera del 12 gennaio 2020 all’Olimpico durante Roma-Juventus, il ninnerò 22 bianconero si è fatto male lì domenica scorsa.

Dopo l’intervento chirurgico per Chiesa comincerà il lavoro di recupero. I protocolli medici dettano chiaramente i tempi, allo scopo di e vita l e spiacevoli e controproducenti ricadute in caso di rientro affrettato. L’azzurro dovrà stare lontano dai campi almeno sei mesi. Questo significa che salterà quanto resta della stagione per aggregarsi alla squadra in estate, in vista della preparazione per l’annata 2022-23. Una perdita importante per la Juventus, come lo è anche per la Nazionale. Roberto Mancini dovrà rinunciare all’esterno nei playoff, quando l’Italia dovrà cercare la qualificazione al Mondiale prima contro la Macedonia del Nord e quindi, in caso di successo, contro la vincente di Portogallo-Turchia. Per Chiesa la consolazione (minima) di non perdere l’evento, se gli azzurri ce la far anno: lo spostamento in inverno della fase finale in Qatar gli permetterà di rispondere a una convocazione del selezionatore.



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