Jonathan Bazzi lo conosciamo tutti per essere un noto scrittore, il quale in questi anni ha presentato un libro autobiografico intitolato Febbre. Questo romanzo è stato comunque uno dei più apprezzati del panorama letterario di questi ultimi anni. Ad ogni modo, che cosa conosciamo di lui e della sua vita privata?
Jonathan Bazzi chi è
È nato a Milano nel 1985 ed ha quindi 36 anni e né compirà 37 a giugno. Jonathan è conosciuto per essere un noto scrittore. È cresciuto a Rozzano nella periferia sud della città ed ha conseguito una laurea in filosofia. Pare che fin da piccolino sia stato appassionato di tradizione letteraria femminile e questioni di genere. Nel corso di questi anni ha avuto modo di poter collaborare con diverse testate giornalistiche e anche Magazine come Gay.it, Vice, The Vision e Il Fatto Quotidiano.
Alla fine del 2006 ha deciso di parlare a tutti di un tema molto delicato e soprattutto di un qualcosa di molto intimo. Lo scrittore ha confessato pubblicamente la sua sieropositività e lo ha fatto pubblicando un articolo “Ho l’HIV e per proteggermi vi racconterò tutto”. Questo è stato pubblicato e diffuso in occasione della giornata mondiale contro l’AIDS.
Vita privata
Riguardo la sua vita privata sappiamo che ha un compagno di nome Mario e si è definito anche sessualmente fluido. Lo scrittore quindi è gay ed è anche un uomo piuttosto introverso, cresciuto dai nonni e dagli zii. Frequentando la scuola ha capito che fosse particolarmente predisposto allo studio, ma ha dovuto fare i conti anche con alcune difficoltà relazionali. Ha dovuto anche fare i conti con una realtà piuttosto difficile perché pare fosse considerato un diverso. Per via di questi problemi per un po’ di tempo ha smesso di studiare ed ha tentato di lavorare ma poi avrebbe continuato gli studi e finalmente laureato.
Il suo romanzo Febbre
È stato il finalista al Premio Strega 2020 con il romanzo intitolato febbre Edito da Fandango. Si tratta di un libro autobiografico ambientato proprio nella periferia milanese di Rozzano e racconta la storia di un giovane affetto da una malattia debilitante. Ad ogni modo, in questo romanzo vengono trattati anche altri temi come ad esempio la difficoltà di un bambino a crescere con dei genitori separati. “Da autodidatta ho dovuto imparare a rifiutare l’interpretazione fornita dagli altri. Lo scollamento dei valori comuni l’ho capitalizzato, mi è tornato utile. Strategie di sopravvivenza primaria, i benefici dell’emarginazione precoce. Sono nato a Rozzano ma non so menare, leggo, scrivo, balbetto, mi piacciono i maschi. Ho contratto l’Hiv ma non sono il paziente che prende atto e si adegua, che convive con un segreto che centuplica l’importanza della diagnosi”.
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