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In Tv Inter – Lazio Diretta Streaming Gratis



Dove e come vedere il match

Inter  Lazio  si giocherà oggi domenica 9 gennaio 2022. Il calcio d’inizio è fissato per le ore 18.30. Il match sarà visibile su Smart TV grazie all’applicazione di dazn e sarà disponibile anche sulle console di gioco xBox ovvero One, One S, One X, Series S e Series X e PlayStation PS4 e PS5. Sarà anche visibile attraverso i dispositivi come Amazon Fire TV stick Google Chromecast e timvision box. Disponibile anche la diretta streaming di Inter Atalanta sempre su dazn o tramite pc collegandosi direttamente al sito ufficiale e inserendo le proprie credenziali per accedere al catalogo degli eventi. Si potrà assistere al match in diretta streaming, sempre attraverso Dazn collegandosi attraverso dei smartphone e tablet.



Dna settimana da non sbagliare sotto gli occhi del presidente Steven Zhang. E la differenza fra una “settimana da Dio” e una “settimana da incubo” è molto sottile. In otto giorni l’Inter di Simone Inzaghi si giocherà molto, un trofeo, innanzitutto – mercoledì 12 a San Siro contro la juventus si disputerà la Supercoppa italiana -, ma anche la conferma in testa alla classifica, con il Milan tornato a meno uno e potenzialmente in testa per alcune ore in caso di successo nell’anticipo dell’ora di pranzo a Venezia. E’ vero die l’Inter ha una gara in meno, quella saltata alla Befana contro il Bologna, ma giocare questa sera la prima partita del 2022 magari sotto di 2 punti rispetto al Milan, lasciato a meno 4 prima di Natale, potrebbe aumentare la pressione sulla banda nerazzurra Che stasera se la vedrà con la Lazio, ovvero un avversario tutt’al- tro che banale per Inzaghi, mentre domenica prossima farà visita a Bergamo all’Atalanta (mentre il Milan ospiterà lunedì 17 lo Spezia). Sbagliare una o più partite, potrebbe quindi far retrocedere l’Inter in classifica o farle perdere un trofeo. Come avvio di nuovo anno dalle parti di Appiano, insomma, potevano sperare in qualcosa di più morbido.

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A proposito di Appiano, è lì che verso le 19.40 si è presentato ieri Zhang, sbarcato a Milano venerdì intorno alle 12. Il presidente ha così ritrovato tutti i dirigenti (presenti Antonello, Marotta, Ausilio e Baccin), Inzaghi – incontrato il 3-4 giugno, quando firmò il contratto -, subito abbracciato, e la squadra (l’occasione è servita per conosce dal vivo gli acquisti estivi). Zhang si è fermato a cena e ha ribadito a tutti quanto gli sia mancato non essere stato presente fisicamente in questi mesi e di aver fatto tutto il possibile per tornare. Il presidente si è complimentato per il cammino svolto finora e ha caricato tutti in vista del super trittico in arrivo.

CHE NUMERI

Come detto, la differenza fra una settimana di sorrisi o di lacrime è sottile e passa da tre partite dal co-efficiente di difficoltà molto alto, anche se due match su tre l’Inter li giocherà a San Siro dove solo il Real Madrid è riuscito a passare negli ultimi mesi. In campionato, per esempio, l’Inter non perde in casa dal 17 ottobre 2020, quando il Milan vinse il derby 2-1 con doppietta di Ibrahimovic. Dopodiché, 26 incontri che hanno prodotto punti, con ben 23 successi e solo 3 pareggi (con Parma nello scorso campionato e con Atalanta e Juventus in questo); seconda miglior striscia dagli anni

’90 a oggi (46 gare la serie di imbattibilità interna più lunga negli ultimi trent’anni, fra il 2008 e il 2010). Gli otto giorni da non sbagliare di Inzaghi partiranno questa sera con la sua sfida del cuore. Il tecnico, fra campo e panchina, ha vissuto a Roma, sponda bianco celeste, per 22 anni. E’ il vero grande ex della partita -gli altri fra le fila nerazzurre sono Handanovic, De Vrij, Kolarov e Correa – e vuole rifarsi della sconfitta per 3-1 maturata all’Olimpico il 16 ottobre scorso. Quello è stato l’unico ko dell’Inter in campionato, una partita persa che ha però segnato una svolta per i nerazzurri che da quel momento hanno cambiato registro nella fase difensiva, iniziando a volare, raggiungendo la testa della classifica. L’Inter nelle successive undici partite ha vinto nove volte e soprattutto ha subito solo 4 reti: Handanovic da 551 minuti non subisce gol. I nerazzurri fra le mura amiche sono uno schiacciasassi con 23 punti conquistati sui 27 a disposizione, mentre la Lazio lontana da Roma fatica, con solo 11 punti collezionati. Fra l’altro la squadra di Sarri nelle ultime otto gare di Serie A ha incassato 18 reti, più di ogni rivale in campionato. In totale la Lazio, pericolosa quando offende (terzo attacco del torneo con 42 gol fatti), ha preso 37 reti: solo quattro squadre hanno fatto peggio. I biancocelesti saranno dunque la prima cima da scalare. Poi la Juventus con Zhang che confida di alzare al cielo il secondo trofeo da presidente, e infine la trasferta a casa di Gasperini, il rivale che forse più di altri ha messo in difficoltà l’Inter di Inzaghi.

Ci sono un po’ di questioni irrisolte da di-C panare nell’Inter-Lazio di stasera a San Siro. La prima è macroscopica e attiene al cortocircuito tra il passato prossimo e il presente: fino a pochi mesi fa Simone Inzaghi allenava la Lazio e oggi è all’Inter, sostituito a Roma da Maurizio Sarri. Se guardiamo al girone d’andata, non c’è dubbio che nel cambio abbia guadagnato l’Inter, ma Sarri non può essere giudicato su un respiro corto di 19-20 partite, andrà valutato sul lungo periodo.

Continuità e sfasamento Inzaghi ha ereditato da Antonio Conte un’Inter aderente ai principi inzaghiani e scolarizzata bene. I tecnici sminuiscono le teorie e i discorsi sui sistemi e sui moduli, ma la coincidenza di 3-5-2, quello di Conte e quello di Inzaghi, ha agevolato il passaggio da un allenatore all’altro. Continuità di impianto, non di giocatori: Inzaghi è stato bravo a sopravvivere alle partenze di Hakimi e Lukaku e a variare con Dzeko e Calhanoglu quel che con Conte era diventato leggibile.

La Lazio all’opposto ha cambiato fuso orario, nel passare da Inzaghi a Sarri. Uno sfasamento giorno-notte o viceversa, con l’aggravante di un mercato non in linea con le esigenze del nuovo architetto, arrivato in fretta e furia a giugno, per tappare il buco. Difficile praticare il sarrismo con giocatori scelti da Inzaghi. Luis Alberto il caso più eclatante: lo spagnolo possiede un’abilità tecnica incantevole, ma la sua vena di solista non è compatibile con il nuovo copione. Una sconfitta stasera scaraventerebbe la Lazio nella pancia molle del centro-classifica, però sarebbe folle imbastire processi, a questo punto ci pare chiaro che Sarri abbia diritto a una seconda volta e che il suo lavoro potrà essere giudicato soltanto nella prossima stagione, quando godrà di un mercato su misura.

Anche perché… In questo campionato l’Inter è stata battuta una volta soltanto e sì, è successo all’Olimpico, proprio nell’andata contro la Lazio, il 16 ottobre. Un 3-1 abbastanza paradossale, in cui a un certo punto, sull’1-1, la Lazio si era ribellata al sarrismo e aveva vinto alla maniera dell’Inzaghi laziale, di ripartenza, come se avesse voluto omaggiare e beffare allo stesso tempo il vecchio maestro. Una partita avvelenata dalle polemiche per il 2-1 di Feli-pe Anderson, contropiede concluso nonostante Dimarco fosse a terra per infortunio: appiglio un po’ infantile, l’arbitro resta l’unico soggetto con il potere di fermare il gioco. Quel 3-1 è un monito all’Inter in vista di stasera. Molti laziali di oggi non saranno più tali domani e come all’andata potrebbero provocare a Inzaghi una sindrome auto-immune.

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