Controcopertina

Enrico Brignano sposa Flora Canto



Un romanticone, Enrico Brignano. E non dimentica di festeggiare San Valentino. Lo farà anche in tivù, a febbraio con uno speciale di Un’ora sola vi vorrei, su Rai-due. Per lui è un momento magico. L’unione con Flora Canto si è consolidata: dopo la figlia Martina, sei mesi fa ad allargare la famiglia è arrivato pure Niccolò. «Sono innamoratissimo di loro», dice il comico.



E annuncia le nozze con la sua donna, al mare in luglio. «Ma non abbiamo ancora fatto gli inviti», ha spiegato lei. «Che gioia diventare papà di Niccolò» Enrico, allora è vero che sei proprio così romantico? «Altroché, se voglio io posso far girare la testa alle signore! Svelerò le mie armi di seduzione con il mio programma speciale.

Tanto non le potrò usare, perché faccio coppia con Flora nella vita e pure a teatro. Però ho fama di sex Symbol e, se volessi, con le donne avrei la strada spianata!». Nel tuo speciale ci sarà sempre lo sketch “Sotto le coperte” insieme a Flora: su quali temi discuterete? «Sul nuovo arrivo in famiglia.

Niccolò, che ci ha dato grande gioia, ma anche dinamiche tipiche della coppia: gelosia, gestione degli spazi e dei parenti. Ci sarà da ridere. Il divertimento è assicurato». Come stai vivendo all’età di cinquantacinque anni questa seconda paternità? «Come la prima.

Tra me e Niccolò è stato amore al primo sguardo: mio figlio è un pacioccone, mangia, dorme e sorride. Lo ammetto, sono schiavo suo e di Martina. Ritrovarsi tutti e quattro insieme a casa è meraviglioso. Grazie a loro, ho riscoperto la gioia delle feste.

Ora tutto ha il sapore della felicità per me». Adesso a casa giocate ad armi pari: due maschi contro due femmine… «Ma sono sempre i figli a vincere! Io mi arrendo su tutta la linea, senza provare il sapore della sconfitta. Desidero fare per loro il più possibile in modo da renderli felici».

Sei diventato genitore bis durante la pandemia: hai tratto un insegnamento da questa emergenza globale? «Mi sono reso conto ancora di più di quanto siamo fragili. Ma non mi pare che tutti abbiano imparato la lezione…».

Che augurio fai a te stesso e agli altri per il futuro? «Spero di andare incontro a tempi più pacifici, senza l’aggressività che ci circonda e che il Covid ha fatto aumentare. Il desiderio è di sconfiggere * questo morbo e riconquistare la nostra normalità. Per uno che fa il mio mestiere, poi, il contatto con il pubblico è fondamentale: mi nutro dell’energia che mi regala la gente durante i miei spettacoli. E, in futuro, spero di non doverne mai più fare a meno».



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