Come una regina del ghiaccio delle favole, Stefania Constantini, 22 anni, di Cortina d’Ampezzo, ha fatto una magia trasformando le sue pietre in oro. Ai Giochi olimpici invernali di Pechino ha vinto la medaglia d’oro nel curling doppio misto (in coppia con Amos Mosaner), realizzando il desiderio di una vita. «Partecipare alle Olimpiadi era un sogno, vincere l’oro un sogno irrealizzabile, invece adesso ce l’ho qua al collo», racconta la campionessa.
Il risultato ottenuto dai due Azzurri è un record perché, mai nella storia dei Giochi invernali, degli atleti italiani erano saliti sul gradino più alto del podio in questa disciplina. Ora il curling ò sulla bocca di tutti, ma pochi, fino ad alcuni giorni fa, conoscevano le regole di questo sport che si gioca sul ghiaccio con pesanti pietre di granito levigate e delle scope per regolare l’attrito. I giocatori, fanno scivolare le “stones” su una pista di ghiaccio verso un’arca chiamata casa, delimitata da tre anelli concentrici.
I punti si calcolano in base al numero di pietre più vicine al centro della casa alla conclusione di ogni mano. Sembra facile. «Avevo intuito che la nostra impresa avrebbe scatenato entusiasmi, non credevo a tal punto», ha detto Stefania all’arrivo in Italia dopo l’impresa in Cina e, ad accoglierla, c’era il suo fidanzato Domenico Dalla Santa, ventiduenne che gioca a hockey nei Fassa Falcons. Ora, con i soldi guadagnali con l’oro olimpico (180 mila euro lordi), sogna un viaggio in un paradiso tropicale prima di partire per i Mondiali donne a Prince George, in Canada, dal 19 al 27 marzo, e magari una casetta per lei e Domenico.
Sono legati da sette anni e sono cresciuti insieme, ai piedi delle stesse montagne, e uniti dalla passione per gli sporti invernali. Sui social postano foto come due ragazzi qualsiasi, abbracciati sullo sfondo delle Dolomiti e selfie con facce buffe. Ma arriva un giorno in cui si diventa grandi, all’improvviso, e, a vent’anni, la vita può cambiare in un giorno, come quando si fa centro come una pietra del curling. Ora Stefania ha lasciato il suo lavoro in un negozio di abbigliamento ed è stata arruolata nelle Fiamme Oro che l’hanno scortata alla grande festa che Cortina ha dedicato per il suo ritorno trionfale.
Qui è stata applaudita in primis da mamma Monica e papà Andrea, «a loro devo tantissimo», dice l’atleta, così come dal sindaco Gianpietro Ghedina, che l’ha premiata. Stefania è montata su un sidecar e ha fatto poi un giro trionfale in via Roma tra la banda in costume ampezzano e tutta la cittadina in festa. La Perla della Dolomiti ha salutato la sua nuova stella, un astro sportivo che, come di consueto, diventa una cometa seguita da brand e show televisivi che adesso la corteggiano. «Mi hanno già chiamata per un reality», confessa e, «ai brand cercherò di dare la mia semplicità», risponde a chi le chiede se ci sono sponsor che già bussano alla sua porta.
Le offerte non le mancheranno perché Stefania è indubbiamente una ragazza attraente, ancora più bella nel suo sguardo concentrato quando lascia andare la pietra a scivolare sul ghiaccio. Ma come ha fatto Stefania a diventare una campionessa? Lo abbiamo chiesto ad Adriano Lorenzi, allenatore del Curling Club Dolomiti (e titolare dell’Hotel Montana) che l’ha vista crescere e allenarsi duramente. «La conosco bene perché, da sempre, gioca nel nostro Curling Club Dolomiti. Stefania è una ragazza in gamba, acqua e sapone, umile. Non l’ho mai vista innervosirsi, è stata sempre educata. Siamo tutti felici perché se lo merita e si è sempre allenata da sola, anche la sera.
Come si è appassionata? Una sua amica, Giulia Morona (il cui padre è stato un campione), l’ha invogliata all’inizio a praticare questa disciplina e lei, con il tempo, è diventata bravissima. Ora tante persone vorrebbero inziare a provare il curling, ma non è così semplice. Prima di tutto bisogna avere una pista ghiacciata e, in più, è necessario disporre di una pista ghiacciata adatta al curling. Stefania, per esempio, si è allenata su una pista diversa da quella che ha trovato ai Giochi olimpici invernali. È un po’ come se un calciatore si fosse allenato nel campo della parocchia e poi avesse giocato in uno stadio con un campo in erba perfetto! Stefania è stata ancora più brava anche per questo».
Ma a parte la qualità del ghiaccio come si spiega il successo di Stefania e del suo compagno Amos Mosaner? «11 “doublé mix”, una specialità del curling relativamente nuova, è stata introdotta 15 anni fa», dice Lorenzi. «Tra i due giocatori si è creato un mix perfetto, Amos è un professionista dalla forza incredibile che si allena moltissimo. Quando c’è da bocciare tira delle cannonate incredibili, e poi c’è Stefania con la sua tranquillità e la sua precisione. Anche quando in gara Amos aveva un momento storto, Stefania sapeva infondere serenità. Pochi ci avrebbero scommesso un euro, ma alla fine chi ha puntato su di loro ha vinto. Stefania è giovane, è capitano della squadra femminile, e la rivedremo ancora giocare, nell’attesa delle Olimpiadi di Milano-Cortina».
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