Trentacinque anni di una carriera lastricata di successi e soddisfazioni, cominciata nel 1987. Beppe Convertini arriva al traguardo di 100 puntate di Linea Verde e tira le somme di un lungo cammino tra cinema, teatro, televisione e radio. Un viaggio che continua, più bello che mai.
Hai cominciato la tua carriera nel 1987: quanto sei soddisfatto del tuo percorso artistico? «Sono decisamente soddisfatto del mio percorso, non solo artistico ma anche personale: ho incontrato, sia nel modo del cinema, della fiction, della tv, della radio, tantissimi artisti straordinari con i quali sono cresciuto. L’uomo che sono oggi è frutto di tutte queste esperienze. Spero comunque di migliorare sempre, di poter crescere ancora».
Cento puntate di Linea Verde: le tue impressioni su questa esperienza televisiva. «Un’esperienza straordinaria che mi ha permesso di viaggiare per il Belpaese alla scoperta di luoghi incantevoli, unici al mondo e quindi la possibilità di raccontare storie di grandi donne e grandi uomini che fanno sì che la nostra agricolture, l’allevamento e l’artigianato siano apprezzati in tutto ovunque. Soprattutto sono riuscito a scoprire posti che non fanno parte degli itinerari turistici classici. Sono stato fortunato a viaggiare con il pubblico di RaiUno che mi ha seguito con grande affetto».
Quali sono state le tappe fondamentali per la tua carriera? «Tutte le esperienze fatte in vari ambiti lavorativi sono e sono state fondamentali. Vivere mi ha dato la popolarità e la possibilità di lavorare con dei grandi professionisti. Il teatro, calcare i palcoscenici, il contato diretto con il pubblico è adrenalina pura e soprattutto ogni sera è una lezione per imparare il mestiere dell’attore.
Da Off’Sex and one city, tutti spettacoli che mi hanno molto formato, poi naturalmente l’esperienza televisiva, come La Vita in diretta con Lisa Marzoli è stata davvero emozionante. E tutti i vari programmi di territorio come Evoluzione terra e Azzurro, storie di mare, poi i quelli con Anna Falchi tempo per un weekend, e ancora Telethon… insomma, tutte esperienze, comprese soprattutto quelle umanitarie, che mi hanno reso un uomo migliore».
Ci sono state persone che ti hanno incoraggiato e in qualche modo aiutato, che ti sono state vicine e verso le quali provi riconoscenza? «Mia madre è la colonna portante della mia vita professionale e personale, quella che creduto in me e mi ha lasciato libero di scegliere la mia vita.
Sono andato via di casa dopo la maturità, a diciotto anni, era morto papà, e lei è stata madre e padre, una donna straordinaria. Lavoravo e studiavo e inseguivo i miei sogni, il periodo era difficile, ricordo quando con mia sorella svuotammo il salvadanaio per pagare le bollette e fare la spesa……
E persone che hanno remato contro? «Come dice il sommo poeta : “Non ragioniam di lor ma guarda e passa”». Beppe, qual è il tuo superpotere? «Penso di essere talmente umano e davvero normale… sono ben altri ad avere i superpoteri, quelli che salvano le vite e fanno davvero la differenza nelle vite altrui».
Qual è la virtù che apprezzi di più in una persona? «Il rispetto. Per me è tutto. Mi hanno insegnato ad averne sempre e sarebbe giusto anche riceverne sempre. Poi la lealtà». C’è un vastissimo pubblico che ti ama: che messaggio vorresti lanciarli? «Ringrazio questo meraviglioso pubblico che cresce sempre più ogni anno. Vorrei ringraziarli uno per uno, li sento davvero vicini. Raccontare storie così ricche di sentimenti, di amore e amicizia, rispetto, fratellanza e solidarietà è davvero fantastico e mi ritengo fortunato ad incontrare persone così interessanti, il cuore pulsante dell’Italia e dell’italianità. Viva l’Italia e viva gli italiani: dobbiamo amara la nostra terra, è il posto più bello al mondo»
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