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Fra poche ore scenderà in campo la Juventus contro lo zenit La partita è valida per la terza giornata di Champions League. In ogni evento sportivo milioni di appassionati si legano su Internet per cercare qualche link che dia la partita in streaming gratis. Noi ricordiamo che questa pratica è totalmente illegale, si può rischiare di prendere una denuncia penale ed una multa elevatissima. Su questi siti web che trasmettono partite di calcio in streaming gratis inoltre, si rischia di prendere virus che possono infettare il vostro dispositivo.



Dove e come vedere la partita

Il match tra Zenit e Juventus si giocherà oggi mercoledì 20 ottobre 2021 alle ore 21.00. . Il match sarà visibile su Sky e basterà collegarsi ad uno dei tre canali per trasmettere la sfida dei nerazzurri di Inzaghi. Sky Sport Action, dal numero 206 del satellite, Sky sport 4k al numero 213 del satellite e SKy sport al numero 253 del satellite. Gli abbonati a Sky potranno anche guardare la partita anche in streaming grazie all‘applicazione Sky go, disponibile sia per smartphone, tablet e pc. Sugli stessi dispositivi sarà possibile accedere a Infinity +, che per chi non lo sapesse è il canael a pagamento della piattaforma streaming di Mediaset. In alternativa ancora si potrà assistere al match con Now, il servizio on demand di Sky.

Festà al presente e occhi al futuro. Pensa solo allo Zenit  I San Pietroburgo, Massimiliano Allegri, ma guarda a marzo: a quello che ha sempre definito il momento decisivo delle stagioni. E guarda, o meglio ancora prende la mira, perché questa è la sensazione che traspare dalle sue parole, con la convinzione che gli viene dalla consapevolezza di aver innescato il processo di trasformazione che voleva nella Juventus. Un processo ancora lontano dal concludersi, ma che ha già dato il primo, fondamentale, risultato: il recupero dello spirito di sacrificio e della voglia, anzi del «piacere», di difendere. Le fondamenta su cui costruire tutto il resto.

«Non è questione di una svolta – ha spiegato il tecnico bianconero – né di trovare “la Juve di Allegri’,’ termine che mi fa sorridere. Io ho dei giocatori bravi alcuni li conoscevo e altri no: le sostituzioni, la gestione degli allenamenti, cosa chiedere loro erano tutte novità. Avevamo bisogno di risultati che all’inizio ci erano mancati, anche per errori ed episodi sfortunati.

Le prestazioni sono migliorate come approccio e come spirito. Ora la squadra ha piacere anche a difendere e questa è una bella cosa, perché il calcio è fatto di difesa quando non hai la palla e attacco quando ce l’hai. Dobbiamo crescere in tutti e due gli aspetti e stiamo lavorano tutti i giorni per farlo. E’ cresciuta la condizione e poi i risultati aumentano l’autostima e quindi lavori e giochi con più serenità Perché poi nei momenti topici la palla inizia a pesare e bisogna essere un po’ abituati.

Ecco perché dobbiamo restare agganciati per essere pronti al momento giusto, quando le cose cambieranno sicuramente». A marzo, cioè, quando il processo di trasformazione della squadra bianconera dovrà essere completato: «Ora bisogna migliorare molto negli ultimi 30 metri, perché anche contro la Roma i ragazzi sono stati bravi a portare la palla fin lì, poi però dobbiamo essere più lucidi. Ma serve calma, non dobbiamo farci prendere dall’entusiasmo. Le stagioni si decidono a marzo e noi bisogna avere la capacità un pezzettino alla volta, di poter arrivare a marzo in condizione di giocarci tutte le competizioni».

Un obiettivo sul cui raggiungimento la sfida di stasera pesa molto. Più di quanto si potrebbe pensare superficialmente, perché se è vero che con tre partite ancora da giocare la Juventus avrebbe tutte le possibilità di rimediare a un pareggio o addirittura anche a una sconfitta e qualificarsi lo stesso, vincere a San Pietroburgo farebbe ulteriormente lievitare l’autostima bianconera e metterebbe un’ipoteca sugli ottavi.

Un vantaggio che permetterebbe di gestire un po’ le forze nelle prossime settimane, in cui la Juventus dovrà continuare a correre a perdifiato in campionato. Ecco perché Allegri punta gli occhi su marzo e anche oltre, ma tiene la testa, e quella dei giocatori, fissa sullo Zenit: «l’ambizione deve essere massimale a prescindere, ma il prossimo scalino è fare punti a San Pietroburgo. Lo Zenit è una buona squadra, con giocatori tecnici a metà campo e due centravanti con caratteristiche diverse, uno molto alto e forte di testa (Dzyuba, ndr) e uno molto tecnico (Azmoun, ndr). A Londra contro il Chelsea ha fatto mia bella partita anche a livello difensivo. Per noi è mi match ball che dobbiamo assolutamente sfruttare, perché ci permetterebbe di guardare le prossime partite di Champions in un’ottica differente. Ora prima della sosta di novembre dobbiamo restare agganciati alle prime in campionato e passare il turno in coppa Alla sosta vedremo come saremo messi: un passetto alla volta, con molta calma».

Con calma procede anche il recupero di Dybala, rimasto a Torino ad allenarsi per rientrare in gruppo tra giovedì e venerdì ed essere pronto per andare in panchina domenica sera a San Siro: «Paulo sta lavorando bene, quasi sicuramente sarà a disposizione con l’Inter e potrà cominciare mettere minutaggio». Quello che ha fatto Arthur contro la Roma: «Può giocare davanti alla difesa o mezzala di regia: lui, Locatelli e Bentancur tra i nostri centrocampisti sono quelli che hanno più caratteristiche per dettare i tempi». Una sfida, quella con i giallorossi, seguita da una coda infuocata di polemiche che Allegri prova a spegnere: «Sul rigore ho già commentato domenica e parlare delle decisioni arbitrali non mi piace. Il caos che è venuto fuori dopo? Quello fa parte del modo di pensare italiano. Ognuno di noi ogni domenica avrebbe da recriminare qualcosa.. Gli arbitri italiani stanno attraversando un ricambio gene-razionale, sono bravi e aiutati dal var, c’è un designatore nuovo, Rocchi: dobbiamo dare loro tempo». Calma, sempre.

Tre partite consecutive senza incassare gol, Massimiliano Allegri era felice come un bimbo dopo l’I-0 alla Roma, giunto a mota di quelli al Chelsea e al Torino. Conta questo per il suo pragmatismo risultatista: fare sempre un gol più dell’avversario, possibilmente senza incassarne. È la personale strada maestra verso il successo. E se felice era il tecnico, potete immaginarvi Wojciech Szc-zesny, al netto di una faccia che non lascia trasparire emozioni. Il polacco era velocemente salito sul banco degli imputati nel complicato inizio di stagione, con una serie di interventi – a partire dalla trasferta di Udine al debutto – che avevano azzoppato la squadra e sollevato ghindaci accusatori di chi rinfacciava alla Juventus di essersi lasciata sfuggire Gianluigi Donna-rumma a parametro zero. Szczesny ha incassato, ha lavorato in silenzio, ha raccolto la fiducia pubblica di Allegri e quella quotidiana dei compagni. Ed è ripartito, sostenuto anche da un gruppo meglio registrato, che ha concesso poche occasioni agli avversari. In quelle poche, comunque, il polacco c’era. Con la lode rappresentata dal rigore parato domenica sera a uno che ne sbaglia pochi come Jordan Veretout

Quello contro la Roma è stato il quinto di un 2021 importante sotto tale profilo. Cinque le conclusioni annullate dal dischetto: tre su sette in campionato (nessuno come lui: fermati la scorsa stagione Andrei Galabinov con lo Spezia e Franck Kessie con il Milan), cui aggiungere quello fondamentale parato a Lorenzo Insigne nella Supercoppa vinta contro il Napoli e quello a Gerard Moreno con la Polonia nel match contro la Spagna all’Europeo. Rigori e parate per un protagonista ritrovato: «I giocatori bravi possono attraversare momenti difficili – osserva Szczesny alla vigilia della gara di San Pietroburgo con lo Zenit in Champions League -. A me è successo a inizio stagione, ma sentivo sempre la grandissima fiducia dell’allenatore e della squadra. Ero molto tranquillo qualche settimana fa e lo sono ancora più oggi: gioco sempre con equilibrio, non ero scarso prima e non sono un fenomeno adesso. In momenti così devi stare zitto e lavorare, sto voltando pagina».

Una pagina voltata per Szczesny, una pagina voltata per la Juventus. Da La Spezia in poi quattro vittorie consecutive che, se non hanno ancora rilanciato le ambizioni scudetto visto il passo di Napoli e Milan, perlomeno hanno riportato i bianconeri in posizione più degna: «È cambiato lo spirito di squadra, insieme con la voglia di difendere: ora siamo un gruppo da 1-0. Non si può sempre pensare di vincere 3-0, va bene il minimo scarto. Nelle ultime settimane si vede anche la mano di Allegri, complimenti a lui. In partita c’è il gusto di difendere con voglia da parte di tutti. Ed è pure cambiato il lavoro nel quotidiano, vedo un atteggiamento diverso in allenamento e in partitella È differente lo spirito di squadra e c’è molto più ottimismo». Una continuità da portare in Europa, tre punti contro lo Zenit per mettere in ghiaccio il passaggio agli ottavi di finale: «Potremo farcela se avremo lo stesso spirito delle ultime partite, le abbiamo vinte con sacrificio e compattezza. I russi sono forti, hanno giocatori molto creativi e tecnici. Sanno inoltre difendere bene, con glande fisicità. Sarà dura, ma pensiamo a chiudere quanto prima il passaggio del turno per avere la possibilità di recuperare nelle ultime partite in Europa. Il resto lo vedremo da febbraio in poi». Con una certezza personale, che ha cancellato eventuali tentazioni estive: «Mai pensato di lasciare la Juventus».

Sono due i precedenti in gare ufficiali tra lo Zenit San Pietroburgo e la Juventus: il bilancio racconta di un successo bianco nero (1-0 a Torino nei gironi della Champions League 2008-09, rete di Del Piero su punizione) e un pareggio (0-0 in trasferta nella stessa edizione della competizione). In generale contro le squadre russe – ha affrontato Lokomotiv Mosca, Rostove Zenit – la Juve è imbattuta nelle Coppe europee: sono 7 le vittorie bianconere in 8 partite (un pari a completare il quadro), 18 i gol complessivamente segnati e tre quelli subiti. Quella di stasera sarà la gara numero 290 per la Juventus tra Coppa dei Campioni e Champions: è record per una squadra italiana. Tra i giocatori in campo oggi c’è Morata: lo spagnolo ha segnato 14 gol in Champions per ibianconeri, è appaiato a Cristiano Ronaldo in quinta posizione ed è a -2 da Paulo Dybala.



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